Ci sono voluti quasi due anni di udienze per chiudere il cerchio attorno al processo di primo grado legato all’operazione “All Inside”. Sono molte le facce che si sono alternate presso l’aula bunker del Tribunale di Palmi da quel 12 luglio del 2011, quando si celebrò la prima udienza del processo.
Molte di quelle persone hanno fatto il loro ritorno in aula proprio nella giornata di ieri. Aula piena allora, infatti, per dare il via al processo, ed aula strapiena ieri nel momento cruciale rappresentato dalla lettura del dispositivo di sentenza.
“All Inside” è stata una operazione interforze che ha visto la collaborazione fattiva di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria con il coordinamento della Dda reggina. E nel pomeriggio di ieri le più alte cariche provinciali, locali e non solo, hanno presenziato presso l’aula bunker “Antonino Scopelliti”. C’era anche il nuovo procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha voluto dimostrare la sua vicinanza con la personale presenza, al lavoro svolto dal sostituto della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, che ha sostenuto l’accusa nel corso di questi lunghi mesi assieme alla collega della Procura della Repubblica di Palmi, Giulia Pantano.
Ammontano a 521 gli anni di carcere che sono stati inflitti agli appartenenti ed ai presunti affiliati alla famiglia Pesce di Rosarno. Una sentenza pesante, giunta dopo ben 17 giorni di camera di consiglio, e che porta in dote 40 condanne, 21 assoluzioni e due non luoghi a procedere per sopraggiunta prescrizione del reato ascritto al capo d’accusa.
Ci sono voluti quasi due anni di udienze per chiudere il cerchio attorno al processo di primo grado legato all’operazione “All Inside”. Sono molte le facce che si sono alternate presso l’aula bunker del Tribunale di Palmi da quel 12 luglio del 2011, quando si celebrò la prima udienza del processo. Molte di quelle persone hanno fatto il loro ritorno in aula proprio nella giornata di ieri. Aula piena allora, infatti, per dare il via al processo, ed aula strapiena ieri nel momento cruciale rappresentato dalla lettura del dispositivo di sentenza.“All Inside” è stata una operazione interforze che ha visto la collaborazione fattiva di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria con il coordinamento della Dda reggina. E nel pomeriggio di ieri le più alte cariche provinciali, locali e non solo, hanno presenziato presso l’aula bunker “Antonino Scopelliti”. C’era anche il nuovo procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha voluto dimostrare la sua vicinanza con la personale presenza, al lavoro svolto dal sostituto della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, che ha sostenuto l’accusa nel corso di questi lunghi mesi assieme alla collega della Procura della Repubblica di Palmi, Giulia Pantano. Ammontano a 521 gli anni di carcere che sono stati inflitti agli appartenenti ed ai presunti affiliati alla famiglia Pesce di Rosarno. Una sentenza pesante, giunta dopo ben 17 giorni di camera di consiglio, e che porta in dote 40 condanne, 21 assoluzioni e due non luoghi a procedere per sopraggiunta prescrizione del reato ascritto al capo d’accusa.
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