Ammesse le parti civili, Confindustria e un'azienda vittima
In 19 sul banco degli imputati nel processo “Alba di Scilla”. L’udienza preliminare d’apertura, che si è celebrata ieri nell’aula bunker davanti al gup di Reggio Massimo Minniti, ha riguardato Francesco Alampi (difeso dall’avvocato Roberto Ripepi), Maria Benedetto (avvocato Armando veneto), Arturo Burzomato (avvocati Gaetano Ciccone e Nico D’Ascola), Carmelo Calabrese (avvocato Domenico Alvaro) Annunziatina Fulco (avvocato Vladimir Solano), Giuseppe Fulco (avvocato Gaetano Ciccone), Matteo Gaietti (avvocati Luigi Bellantoni e Pasquale Foti), Francesco Libro (avvocato Michele Priolo) Caterina Meduri (avvocato Albina Nucera), Antonino Nasone (avvocati Basilio Pitasi e Nico D'Ascola), Domenico Nasone classe 1983 (avvocato Giancarlo Murolo), Domenico Nasone classe 1969 (avvocati Armando Veneto e Antonina Ventra), Francesco Nasone (avvocati Giulia Dieni e Mario Nigro), Gioia Virgilia Grazia Nasone (avvocato Gaetano Ciccone), Rocco Nasone (avvocati Armando Veneto e Antonina Ventra), Virgilio Giuseppe Nasone (avvocati Giulia Dieni e Maria Gattuso), Giuseppe Piccolo (avvocati Giovanni Piccolo e Guido Contestabile), Pietro Puntorieri (avvocato Francesco Calabrese) e Francesco Spanò (avvocato Roberto Ripepi).Incardinato il processo, l’udienza è stata vivacizzata dallo scontro tra il pm della Direzione distrettuale antimafia di Reggio, Rosario Ferracane, e una nutrita rappresentanza del collegio difensivo sull’ammissione delle parti civile.