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Il Ros sulle tracce di Bruno Tegano per incastrare il boss Condello

L'interno dell'aula bunker di Reggio durante la deposizione di un pentito

 

È stato Bruno Tegano la chiave di volta per arrivare alla cattura di Domenico Condello, il boss di Archi alla macchia per oltre vent'anni. A ripercorrere le indagini che si sono concretizzate nel blitz di Catona sono stati alcuni dei segugi del Ros che hanno collaborato alle infinite ricerche. Si tratta degli stessi carabinieri che ieri sono sfilati sul banco dei testimoni nel processo “Lancio-Reggio nord” che si sta celebrando davanti collegiale presieduto da Olga Tarzia, rispondendo alle domande del pm Dda Rocco Cosentino. Bruno Tegano è il cognato di “Micu ’u pacciu”, legatissimo alla famiglia di Archi nella cura degli interessi commerciali e nel sostegno alla latitanza del capoclan. 
Comportamenti anomali«Lo seguivamo h24, passo dopo passo, minuto dopo minuto. Siamo stati sempre convinti che Bruno Tegano potesse essere l’uomo giusto che ci avrebbe portato alla cattura del latitante» spiegano, alternandosi nel racconto i carabinieri del Ros e del sezione investigativa del Comando provinciale Antonio Cicirese, Benedetto Belfiore, Antonio Delfino, Carlo Grasso e Fabio Truglio

È stato Bruno Tegano la chiave di volta per arrivare alla cattura di Domenico Condello, il boss di Archi alla macchia per oltre vent'anni. A ripercorrere le indagini che si sono concretizzate nel blitz di Catona sono stati alcuni dei segugi del Ros che hanno collaborato alle infinite ricerche. Si tratta degli stessi carabinieri che ieri sono sfilati sul banco dei testimoni nel processo “Lancio-Reggio nord” che si sta celebrando davanti collegiale presieduto da Olga Tarzia, rispondendo alle domande del pm Dda Rocco Cosentino. Bruno Tegano è il cognato di “Micu ’u pacciu”, legatissimo alla famiglia di Archi nella cura degli interessi commerciali e nel sostegno alla latitanza del capoclan. Comportamenti anomali«Lo seguivamo h24, passo dopo passo, minuto dopo minuto. Siamo stati sempre convinti che Bruno Tegano potesse essere l’uomo giusto che ci avrebbe portato alla cattura del latitante» spiegano, alternandosi nel racconto i carabinieri del Ros e del sezione investigativa del Comando provinciale Antonio Cicirese, Benedetto Belfiore, Antonio Delfino, Carlo Grasso e Fabio Truglio

 

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