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Non paghi l’acqua?
Pensione bloccata

È caos in città per i ruoli dell’acqua 2011: tanti cittadini, infatti, si vedono arrivare a casa il bollettino per il pagamento dell’acqua e constatano, non senza un sospiro di sollievo, di aver già e molte volte anche per tempo provveduto a pagare al comune quanto dovuto. Ed aumentano le code all’ufficio comunale, ma anche il malcontento, che va a sommarsi a quello, già latente, per il pagamento dell’annualità 2013 in anticipo rispetto all’anno in corso. «È come dover pagare prima ancora di consumare il pasto » ci dice irritato Umberto. E la signora Franca per strada urla che non ha potuto riscuotere la pensione perché le sarebbe stata bloccata proprio per non aver pagato l’acqua del 2011 e del 2012. Tutti la rassicurano dicendole che è impossibile, ma lei non ha dubbi: «In cinque eravamo alla posta di Acciarello a prendere la pensione e non abbiamo potuto averla perché ci hanno detto che è stata bloccata perché non abbiamo pagato l’acqua!». E lei, la signora Franca, è andata al Comune e anche alla Guardia di Finanza, ovviamente a protestare. Di certo bisognerà chiarire bene i contorni di queste denunce. È assurdo che non si possa ritirare la pensione per il mancato pagamento dell’acqua. E la rabbia diventa veramente incontenibile quando si scopre che l’unica entrata per una famiglia viene bloccata per una “cartella pazza”, per un tributo preteso ma che è stato regolarmente versato. Se ci fossero casi che rientrano in questa fattispecie, allora non è più un disguido. Occorre mobilitarsi subito e capire da che parte sta il diritto, coinvolgendo la procura e le forze dell’ordine. Bollette che arrivano agli utenti, come denuncia Benvenuti a Sud, per «la mancata o inadeguata organizzazione degli uffici comunali e con il complice silenzio della politica ». Perché l’errore per quanti hanno già regolarmente pagato «è provocato dai mancati controlli incrociati e dalla disorganizzazione dilagante del settore comunale». Molti, comunque, sarebbero stati in ritardo nei pagamenti, e da qui la richiesta di corresponsione di questi giorni. Ma per Caridi la scusa non tiene, «dal momento che è l’ente a dover accertare l’e v e ntuale ritardo e motivare la reiterata richiesta, non già il contribuente a dover dimostrare la regolarità, nei tempi, del pagamento. Tanto più che il ritardo potrebbe essere riconducibile – continua – ad una percentuale fisiologica di contribuenti e non certo a una indiscriminata e generalizzata moltitudine, come invece dimostrano le code ed il caos provocato in questi giorni». Ma “le sorprese, sul fronte dei tributi, per i villesi sono tutt’altro che finite – conclude la nota di Benvenuti al sud – dal momento che in fase di revisione del bilancio consuntivo si fa un esplicito richiamo alla necessità inderogabile di aumentare i tributi. Senza però dire dove i cittadini prenderanno i soldi».

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