S’inaugurerà a giorni, negli ambienti di Castel Sant’Angelo, a Roma, un’esposizione di antichità magnogreche, che resterà aperta da maggio a novembre, dove troveranno posto anche testimonianze archeologiche provenienti dal Museo Nazionale di Reggio. Tra queste, l’acrolito marmoreo di Apollo Aleo o “Apollo di Cirò”, finalmente rientrato dagli Usa, Museo di Princeton nel New Jersey, dove vi è rimasto per quattro anni, nonché le teste bronzee ritrovate a Porticello di Villa San Giovanni, comunemente denominate “del Filosofo” e “di Basilea”, in viaggio di ritorno dalla Germania. E vi sarà anche il “kouros”.
«La movimentazione di “pezzi” solitamente conservati nel nostro Museo, che non si riesce a riaprire, può essere considerata anche positivamente: nei luoghi in cui si fanno tali grandi mostre, si offre, l’occasione di parlare di Reggio e della Calabria, per eventi positivi artistici e culturali». Lo sostengono le associazioni culturali “Amici del Museo”, la delegazione reggina del Fai, il
Gea, la sezione reggina di Italia Nostra e il Touring Club Italiano, che però pensare, forse anche in ritardo, come progettare un’offerta per l’ormai avviata stagione turistica. Un intervento in grado di compensare in qualche modo il ‘buco nero’ culturale, aperto dall’ormai quasi quinquennale ‘serrata’ del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia.
S’inaugurerà a giorni, negli ambienti di Castel Sant’Angelo, a Roma, un’esposizione di antichità magnogreche, che resterà aperta da maggio a novembre, dove troveranno posto anche testimonianze archeologiche provenienti dal Museo Nazionale di Reggio. Tra queste, l’acrolito marmoreo di Apollo Aleo o “Apollo di Cirò”, finalmente rientrato dagli Usa, Museo di Princeton nel New Jersey, dove vi è rimasto per quattro anni, nonché le teste bronzee ritrovate a Porticello di Villa San Giovanni, comunemente denominate “del Filosofo” e “di Basilea”, in viaggio di ritorno dalla Germania. E vi sarà anche il “kouros”.«La movimentazione di “pezzi” solitamente conservati nel nostro Museo, che non si riesce a riaprire, può essere considerata anche positivamente: nei luoghi in cui si fanno tali grandi mostre, si offre, l’occasione di parlare di Reggio e della Calabria, per eventi positivi artistici e culturali». Lo sostengono le associazioni culturali “Amici del Museo”, la delegazione reggina del Fai, il Gea, la sezione reggina di Italia Nostra e il Touring Club Italiano, che però pensare, forse anche in ritardo, come progettare un’offerta per l’ormai avviata stagione turistica. Un intervento in grado di compensare in qualche modo il ‘buco nero’ culturale, aperto dall’ormai quasi quinquennale ‘serrata’ del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia.
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