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Pesce vuole affrontare il processo

tribunale palmi

 

Non per stanchezza o per timore. Ma per difendersi nelle sedi naturali e più opportune. Sarebbe questa la ragione che avrebbe portato Giuseppe Pesce a consegnarsi ai Carabinieri della Tenenza di Rosarno nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso. 
Una decisione che sarebbe maturata nel corso del tempo e che avrebbe poi preso corpo in questi giorni. I legali, gli avvocati Domenico Infantino e Gregorio Cacciola, respingono la frase che Pesce avrebbe a loro confidato nel comunicare la decisione di costituirsi. Quella cioè di sentirsi stanco di nascondersi. «Non si è arreso a nessun nemico – hanno evidenziato i legali – ma si è consegnato allo Stato che riconosce nella sua più alta espressione, adempiendo ad un suo obbligo, come ogni cittadino dovrebbe fare nei confronti dell’autorità giudiziaria, con il rammarico che il tutto sia avvenuto con ritardo, ancorché ritenendosi innocente dalle accuse che gli vengono poste. Potrà ora difendersi nelle sede più opportune, vale a dire i processi, facendo valere le proprie ragioni».
La consegna volontaria del 33enne di Rosarno andrebbe quindi letta in questa direzione.  

Non per stanchezza o per timore. Ma per difendersi nelle sedi naturali e più opportune. Sarebbe questa la ragione che avrebbe portato Giuseppe Pesce a consegnarsi ai Carabinieri della Tenenza di Rosarno nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso. Una decisione che sarebbe maturata nel corso del tempo e che avrebbe poi preso corpo in questi giorni. I legali, gli avvocati Domenico Infantino e Gregorio Cacciola, respingono la frase che Pesce avrebbe a loro confidato nel comunicare la decisione di costituirsi. Quella cioè di sentirsi stanco di nascondersi. «Non si è arreso a nessun nemico – hanno evidenziato i legali – ma si è consegnato allo Stato che riconosce nella sua più alta espressione, adempiendo ad un suo obbligo, come ogni cittadino dovrebbe fare nei confronti dell’autorità giudiziaria, con il rammarico che il tutto sia avvenuto con ritardo, ancorché ritenendosi innocente dalle accuse che gli vengono poste. Potrà ora difendersi nelle sede più opportune, vale a dire i processi, facendo valere le proprie ragioni».La consegna volontaria del 33enne di Rosarno andrebbe quindi letta in questa direzione.  

 

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