Confindustria Reggio ha fatto uno studio su al- cune opere –cantierizzate ma ferme oppure progettate e in attesa di essere appaltate – del famoso “Decreto Reggio” (legge speciale 246/89) che potrebbero mettere in circolo qualcosa come oltre 218 milioni di euro che consentirebbero all’economia reggina di uscire dallo stato preagonico in cui oggi versa. «C’è una possibilità per evitare il tracollo del settore edile che continua a rappresentare il cuore del sistema produttivo locale. Questa chance – ammonisce il presidente degli industriali reggini Andrea Cuzzocrea – è ancora oggi rappresentata dal Decreto Reggio. Far ripartire le opere previste da quella legge consentirebbe alle imprese di lavorare, introducendo nel circuito economico cittadino svariate decine di milioni di euro. Ne beneficerebbe l’intera nostra comunità. Ma sulla gestione del Decreto Reggio è necessario fare una riflessione». Confindustria Reggio non è soddisfatta di come finora sia stato gestito il “Decreto”. «Il sistema è inefficiente – conclude Cuzzocrea – e noi lo denunciamo da anni. I ritardi della burocrazia stanno paralizzando le imprese, già ridotte al lumicino dai mancati pagamenti. Il Decreto Reggio, secondo noi, dovrebbe essere gestito da un organismo terzo, costituito ad hoc».
Le opere ferme del Decreto
L’elenco. Progetto nastri verdi (importo 8,6 milioni); waterfront (14 mln); riqualificazione area mercato generale (2,6 mln); riqualificazione area via Filippini (3 mln); lungomare Gallico (6 mln); riqualificazione Lido comunale (5,5 mln); riqualificazione piazza Indipendenza (1,5 mln); riqualificazione piazza Duomo (1,5 mln); parco scientifico e tecnologico “Città del Sole” (3 mln); sistema di mobilità sostenibile (120 mln); aree interscambio e percorsi pedonali (1,5 mln); completamento schema idrico depurativo (35 mln); corso Garibaldi (8 mln); collina Pentimele (1,3 mln); Cittadella della cultura (9,7 mln); piste ciclabili (2 mln); agenzia comunale per l’inclusione sociale (1,5 mln).