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Al setaccio le
“lavatrici” della
’ndrangheta

Una struttura nata dall’intreccio tra ambienti criminali, massonici ed eversione nera, connotata da segretezza e a carattere permanente, finalizzata al riciclaggio ed a reimpiego di proventi illeciti della cosca di ’ndrangheta dei De Stefano. Un apparato capace, anche, grazie a relazioni personali come quelle con l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, di intessere relazioni politiche e istituzionali tali da consentire ai De Stefano di implementare la propria capacità di infiltrazione e di condizionamento. Una struttura, infine, in grado di ottenere informazioni riservate da soggetti collegati anche con apparati istituzionali da sfruttare a proprio piacimento. È inquietante il quadro delineato dall’inchiesta della Dda reggina che, ieri mattina, ha portato, tra Reggio, Genova e Milano, gli uomini della Dia a perquisire e acquisire documenti in 25 abitazioni, tre sedi di diramazioni di società reggine e collegate all’Expo e in tre istituti di credito. Otto gli indagati, per i quali il pm della Dda Giuseppe Lombardo e quello della Dna Francesco Curcio hanno ipotizzato l’associazione per delinquere, il riciclaggio e, per la prima volta nella storia giudiziaria, la violazione della legge Anselmi aggravata dalle modalità mafiose. Tra gli indagati figurano il procacciatore di affari Bruno Mafrici, l’avvocato Pasquale “Lino” Guaglianone, un passato nei Nar e titolare dello studio Mgim con sede in via Durini a Milano, e Giorgio Laurendi, altro professionista di origine calabrese come i primi due, oltre agli imprenditori Michelangelo Maria Tibaldi, Giuseppe Sergi, ex consigliere comunale a Reggio Calabria e commissario dell’Asi di Reggio, Romolo Girardelli, conosciuto come “l’ammiraglio” e, secondo gli inquirenti, legato ai De Stefano, l’investigatore privato Angelo Viola e Ivan Pedrazzoli. Non è indagato Belsito che potrebbe essere stato sfruttato da chi cercava di inserirsi in ambienti politici. L’avv. Domenico Aiello, ha sottolineato come le «perquisizioni riguardano esclusivamente condotte e ipotesi di reato per le quali la Lega e il segretario Maroni sono parte lesa.

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