
Un omicidio d'onore che ha rischiato di scatenare una faida, sventata però dall'intervento della polizia che, coordinata dalla Procura di Palmi, ha sottoposto a fermo 5 persone (una sesta è irreperibile) ritenute responsabili di un omicidio e di un tentato omicidio. I fermi sono stati eseguiti contestualmente ad altri fermi operati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria su delega della Dda contro sei persone ritenute vicine alle cosche Foriglio e Petullà di Cinquefrondi. La squadra mobile di Reggio Calabria e personale del Commissariato di Polistena hanno sottoposto a fermo Giuseppe Bruzzese, di 21 anni, i fratelli Vincenzo, Pasquale e Bruno Fossari, (rispettivamente di 49, 45 e 42) e Salvatore Vecchié (27). Risulta irreperibile Rocco Francesco Ieranò (41). Secondo l'accusa contestata dai pm di Palmi Enzo Bucarelli e Gianluca Gelso, Bruzzese e Ieranò sono gli autori dell'omicidio di Francesco Fossari, avvenuto il 2 agosto del 2011 nei pressi del cimitero di Melicucco. Il movente del delitto sarebbe da ricercare nella vendetta da parte di Bruzzese per la relazione extraconiugale che la vittima intratteneva con la sorella Antonella. Bruzzese, secondo l'accusa, avrebbe quindi voluto ripristinare l' "onorabilità" della famiglia. A quel delitto, secondo gli inquirenti, fece seguito la risposta degli altri fermati, fratelli e cognato di Francesco Fossari, che per vendicarsi avrebbero dato mandato di uccidere Ieranò, ferito in un agguato il 25 luglio 2012. Quest'ultimo è ritenuto vicino alle cosche Foriglio-Petullà e, per gli investigaori, recentemente aveva acquisito un rilevante potere mettendosi a capo di un gruppo criminale di cui faceva parte anche Bruzzese. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, dal canto loro, hanno sottoposto a fermo, su disposizione della Dda, otto persone, ritenute appartenenti alle stesse cosche Foriglio e Petullà, con l'accusa, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di cocaina, spaccio e detenzione e porto illegale di armi da fuoco. Si tratta di Andrea Giovinazzo (22), dello stesso Giuseppe Bruzzese, di Vincenzo Papasidero (22), Giuseppe Primerano (40), Riccardo Ierace (25) e Francesco Giordano (33). L'operazione, denominata "Vittorio Veneto", scaturisce dall'arresto, avvenuto il 20 luglio 2012, Giordano ed un'altra persona trovati con 600 grammi di cocaina. Le indagini, che si sono avvalse anche del collaboratore di giustizia Carmelo Basile, hanno permesso di ricostruire la filiera del narcotraffico, dall'acquisto, al trasporto e allo smercio nei mercati dell'Italia settentrionale. Nel corso delle perquisizioni, sono state trovate armi e munizioni e materiale per il confezionamento dello stupefacente. (ANSA).
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