
Regge anche davanti ai giudici di secondo grado l’impianto accusatorio del processo “Urbanistica”. In Corte d’Appello (presidente Rosalia Gaeta, a latere Giuliana Campagna e Adriana Costabile), così come aveva invocato il sostituto procuratore generale Ezio Arcadi a conclusione della requisitoria, sono state sostanzialmente confermate le condanne inflitte dal Tribunale collegiale, presieduto da Olga Tarzia, lo scorso 20 luglio. Solo marginali ritocchi nelle condanne: «non doversi procedere» nei confronti di Pietro Paolo Condò per prescrizione dei reati; assolto Giuseppe Melchini e Marilena Mastrandrea «limitatamente alla condotta di alterazione dei registri e dei permessi di costruire interni all’ufficio urbanistica» per non aver commesso il fatto; condanna Giuseppe Melchini a 7 anni e 8 mesi di reclusione (in primo grado 8 anni); Marilena Mastrandrea a 2 anni (pena sospesa) rispetto ai 3 subiti in Tribunale; Antonio Demetrio Artuso a 5 anni (rispetto ai 6 anni); Giovanni Tornatola a 4 anni (invece di 5 anni) nei cui è stata revocata l’interdizione legale e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici applicandone la durata per 5 anni; concede la sospensione condizionale della pena a Antonio Smeraldo.
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