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“Epilogo”, il processo
non cambia sede

Il processo Epilogo si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale presieduto da Silvana Grasso e vede alla sbarra sette persone che hanno scelto di essere giudicate con il rito ordinario. L’accusa sostenuta dall’Ufficio di Procura, rappresentato in aula dal sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Giuseppe Lombardo, è quella di aver ricoperto un ruolo, con diversi profili di responsabilità, di far parte della seconda generazione della cosca di ’ndrangheta Serraino. L’istanza di remissione del processo era stata avanzata da cinque imputati (due si sono astenuti) Maurizio Cortese, Fabio Giardiniere, Giovanni Siclari, Francesco Tomasello e Demetrio Serraino evidenziando «il clima tutt’altro che sereno che si respirava in Tribunale e avvertito nel corso del dibattimento». La Corte di Cassazione, dopo avere riconosciuto l’ammissibilità della questione, ha rigettato la richiesta discussa davanti ai giudici supremi dagli avvocati Giacomo Iaria ed Luca Cianferoni nell’interesse di Maurizio Cortese. L’imputato- chiave del processo Epilogo, il più attivo nella battaglia, sta valutando adesso di ricorrere alla Corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo.

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