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Arangea, l’omicida
si difende:
«Una tragica fatalità»

«Non volevo uccidere mia cognata. Giuro di non averla vista ». Così si sarebbe difeso Antonino Canale, comparso ieri pomeriggio davanti al gip Barbara Bennato per l’udienza di convalida. Assistito dall’avvocato Miche Priolo, l’anziano che sabato sera nel quartiere Arangea ha sparato con i suoi due fucili da caccia, colpendo a morte la cognata Angela Arcudi, 55 anni, e ferendo il fratello Salvatore e i nipoti Natale e Demetrio, avrebbe ribadito che all’origine del contrasto familiare sfociato in tragedia c’è stato un problema di parcheggio. Antonino Canale aveva invitato il nipote Natale a non parcheggiare l’auto sotto la finestra della sua abitazione. L’incendio della Mini One del giovane, avvenuto due notti prima della sparatoria, aveva lasciato il segno. L’anziano era preoccupato perché le fiamme avevano distrutto i citofoni e avevano annerito la facciata dello stabile a tre piani dove risiedono le due famiglie.

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