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Nuovo “siluro” di
Nino Lo Giudice

  Riappare con un secondo memoriale l’ex collaboratore di giustizia Antonino Lo Giudice, l’uomo – ricercato dopo essersi  “sganciato” dal programma di protezione – che si era autoaccusato di essere stato l'esecutore materiale degli attentati del 2010 alla Procura generale di Reggio Calabria e contro l’abitazione del Procuratore generale Salvatore Di Landro. Accuse che l’ex collaboratore di giustizia ha poi a sorpresa ritrattato con il primo memoriale reso noto il 7 giugno scorso dopo il suo allontanamento. Nel nuovo memoriale, all’interno di un plico lasciato dietro la porta dello studio di un avvocato, c’erano anche un video e due registrazioni audio. Lo Giudice riprende e “approfondisce” i temi trattati nel dossier del 7 giugno scorso. In particolare spiega i motivi che lo avrebbero indotto a ritrattare i contenuti dei verbali riempiti durante la collaborazione con la Procura reggina. In questa “seconda puntata” della nuova versione l’ex pentito chiama in causa giudici e poliziotti. «Un magistrato – afferma – voleva che accusassi Berlusconi e Dell’Utri». In una nostra intervista il procuratore generale Di Landro, vittima delle bombe, taglia corto: «È soltanto un burattino, ma la trama rimane ancora oscura».

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