Il riscatto dei figli dei boss e l’intuizione del Tribunale dei minori di Reggio. Attraverso un’operazione condivisa dai Tribunali e dalle Procure del distretto della Corte D’Appello si vuole offrire l’opportunità di una vita normale ai ragazzi che portano un cognome pesante. Di quelli che segnano il destino delle persone. Come dire il figlio del boss è destinato a diventare boss? L’iniziativa del Tribunale dei minori cerca di spezzare questa catena, allontanando da casa, nei casi di concreto pregiudizio, i ragazzi di famiglie mafiose che ancora minorenni entrano nei circuiti della giustizia; un intervento che vuole arrivare prima che il nome diventi un modo di essere. Non si tratta solo della decadenza dalla potestà genitoriale, che in genere viene dichiarata dai giudici come pena accessoria ad una sentenza definitiva di condanna del boss per associazione mafiosa o per altri gravi reati connessi, ma di un sistema che diventa uno strumento di tutela prezioso soprattutto per le madri. Donne come Giuseppina Pesce o Maria Concetta Cacciola che scelgono di passare dall’altra parte, ma che subiscono i ricatti e le pressioni delle famiglie con cui i minori continuano a vivere. Attraverso questo nuovo sistema si consente il ricongiungimento con il genitore sotto regime di protezione.
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