Il Piano. Al centro, la necessità di emanare un nuovo Piano sangue e plasma, dopo il primo del 1993, per adattare la rete trasfusionale alle nuove caratteristiche della rete sanitaria e ospedaliera della nostra regione, e di risorse adeguate per rendere le strutture trasfusionali e le unità di raccolta dotate sia di personale e sia di tecnologie rispondenti alle mutate necessità scientifiche.
Il divario Nord-Sud. Emerge il gap tra il Nord – dove le Regioni hanno costruito piani sangue e plasma di notevole efficacia e si trovano in condizione di applicare il decreto 16/12/2010 relativo ai requisiti minimi in maniera ottimale – e il Sud, in forte ritardo invece nell’applicazione di questa normativa europea.
Il bivio. Oggi ci troviamo di fronte ad un bivio, perchè entro il 2014 la Calabria deve necessariamente adeguare le proprie strutture trasfusionali, altrimenti la conseguenza è che il plasma raccolto non potrà essere utilizzato a livello industriale con grave danno per la sanità e per l’economia regionale.
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