Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ospedale “presidiato”,
Bellofiore a muso duro

Continua a oltranza il sit-in di protesta avviato giovedì scorso dagli amministratori gioiesi dopo la chiusura del reparto di Cardiologia dell’ospedale “Giovanni XXXIII”. Anche ieri sono state numerose le persone che si sono avvicendate al presidio dove continua la raccolta firme per il diritto alla salute, e dove però è stato forzatamente interrotto lo sciopero della fame del presidente del Consiglio comunale, Domenico Cento e dell’assessore alle Attività produttive, Luigi Longobucco. Arrivati al quarto giorno di digiuno, infatti, i due hanno accusato leggeri malori e sono stati sottoposti a uno scrupoloso controllo medico da parte del dott. Vincenzo Frangella. È emerso per entrambi uno stato febbrile, una debilitazione accentuata e un tasso glicemico al di sotto dei limiti- soglia consentiti, fattori che che hanno comportato la decisa “intimazione” di interrompere il digiuno. «Noi però volevamo continuare assolutamente – hanno dichiarato Cento e Longobucco – per raggiungere l'obiettivo che è sempre quello di ottenere che la direzione sanitaria con a capo la Squillacioti, Sarica e Previte, revochi l'ordine di servizio scellerato del 24 settembre e riapra immediatamente Nefrologia e Cardiologia. Siamo orgogliosi – han - no aggiunto – di aver riscontrato la volontà di molti cittadini di unirsi civilmente in questa battaglia per un ospedale dignitoso». Battaglia che, fino a ieri, non ha comunque ottenuto nessuna risposta. E oggi il sit-in potrebbe spostarsi a Catanzaro, alla sede della Regione.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia