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A 16 anni minacciava
e riscuoteva pizzo

A 16 anni il ''posto se lo era chiamato'' e si presentava di persona a minacciare e riscuotere il pizzo tra i tanti operatori economici di Palmi. G.A., figlio di un capobastone detenuto con pesanti condanne definitive, già dal 2010, era controllato dagli agenti del commissariato di polizia di Palmi, diretti dal vicequestore Fabio Catalano, che ha eseguito le indagini. Ed oggi è stato sottoposto da personale del Commissariato e della squadra mobile di Reggio Calabria a fermo insieme a Antonio Cosentino (52), Rocco Bartuccio (27), Rocco Brunetta (36), ed un altro minore di cui non state rese note le iniziali. "Si tratta - ha detto il procuratore della Dda reggina Federico Cafiero De Raho - di un gruppo criminale agguerrito, che in assenza dei capi della cosca Gallico aveva avviato una intensa attività estorsiva a Palmi. Hanno iniziato a chiedere somme di danaro per il sostentamento dei detenuti e dei parenti in carcere, progettando gradualmente le estorsioni. Addosso ad un minorenne che accompagnava G.A. gli agenti hanno trovato la lista degli imprenditori a cui imporre il pizzo con le cifre riportate a fianco di ogni nominativo. Non tutti però hanno accettato l'imposizione e si sono così rivolti allo Stato per porre fine a questa angheria insopportabile". All'incontro con i giornalisti ha partecipato anche il procuratore dei minori Carlo Macrì. "Tra l'attività dei capicosca e le giovani leve - ha detto Macrì - non si nota soluzione di continuità. E' in gioco il controllo del territorio e, malgrado l'età, G.A. aveva assunto un ruolo di primo piano: si presenta in prima persona a nome del capo bastone in carcere, ricorda agli usurati di versare quanto pattuito, minaccia di gravi rappresaglie chi non paga il pizzo. Già dal 2010 la Procura dei Minori aveva segnalato il caso al Tribunale che aveva ordinato il ricovero di G.A. in un centro di accoglienza proprio per sottrarlo alle logiche criminali. I servizi sociali del territorio, invece non hanno mai dato corso al provvedimento, lasciandolo inattuato". Il questore Guido Longo ha voluto sottolineare "la positività del percorso avviato dalla Procura dei Minori, unico in Italia, volto a recuperare i minori membri di nuclei familiari mafiosi. E' una strada ardua e la 'ndrangheta si batte se si è uniti e perciò invito quanti non fanno il loro dovere a cambiare atteggiamento. Voglio infine ringraziare il Servizio centrale operativo della polizia che sta impegnando generosamente uomini e mezzi in Calabria, segno che lo Stato non rinuncia né rinuncerà mai alla propria funzione". Il dirigente del commissariato di Palmi Fabio Catalano ha ringraziato gli imprenditori palmesi che hanno deciso di denunciare gli estorsori.(ANSA)

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