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I familiari di Strangio
si incatenano al Duomo

I familiari di Giovanni Strangio, condannato in primo grado all'ergastolo per la strage di Duisburg, e di Giuseppe Nirta, si sono incatenati nel duomo di Reggio Calabria per protestare contro i processi che vedono coinvolti i loro congiunti.
Alla protesta stanno partecipando complessivamente cinque donne di cui tre si sono sedute ed incatenate nel duomo di Reggio Calabria. "Continueremo a protestare - affermano - fino a quando non avremo una risposta dallo Stato".

La strage di Duisburg, compiuta a Ferragosto del 2007 e nella quale furono uccise sei persone, e' stata il culmine della faida di San Luca tra i Nirta-Strangio ed i Pelle-Vottari.
"Vogliamo giustizia - aggiungono - e chiediamo che sia rotto questo muro di omertà. Per la magistratura loro sono i perfetti colpevoli, da inserire nei libri della storia criminale come una vittoria dello Stato contro le mafie. Che siano innocenti o colpevoli poco importa. La Procura tedesca ha dichiarato, invece, apertamente che non ci sono i presupposti per istruire un processo in Germania contro di loro. Vogliamo che siano bloccati questi falsi processi e predisposto un accertamento parlamentare".

Per Giovanni Strangio è in corso il processo d'appello mentre per Giuseppe Nirta si sta svolgendo il dibattimento di primgrado a Locri nel quale è imputato anche Sebastiano Nirta. Per i
Nirta la Dda ha chiesto la condanna all'ergastolo. "Per la Procura di Duisburg che ha condotto le indagini - concludono le donne - i nostri congiunti non sono perseguibili mentre per la Procura di Reggio Calabria che non ha condotto le indagini sono colpevoli. Vogliamo giustizia per degli innocenti accusati di un crimine non commesso e giustizia per le vittime della strage".

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