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Il questore vieta
la protesta degli Strangio

Il questore di Reggio Calabria, Guido Longo, ha vietato una manifestazione che i familiari di Giovanni Strangio e Giuseppe Nirta, condannati all'ergastolo per la strage di Duisburg del Ferragosto 2007, avrebbero voluto tenere stamattina davanti il Tribunale di Locri per ribadire l'innocenza dei loro congiunti. 

Il questore, nel provvedimento di divieto, afferma che non si può escludere che nella protesta possano infiltrarsi elementi appartenenti alla 'ndrangheta.

 

Il questore Longo, nel
provvedimento con cui ha vietato la manifestazione, sostiene
anche che ''il procedimento penale sulla strage di Duisburg, che
ha avuto ripercussioni a livello internazionale, necessita di
condizioni di assoluta assenza di turbative per il suo sereno
prosieguo''.
   ''Questo perché - afferma ancora il Questore - forme di
manifestazioni pubbliche svolte contro provvedimenti giudiziari
di tal natura, in un contesto ad alta densità mafiosa, possono
pregiudicare il corretto andamento delle fasi processuali
costituendo un momento di pressione psicologica nei confronti di
coloro ai quali, giudici togati e popolari, è demandata
istituzionalmente la funzione giudicante''.
   Secondo Longo, inoltre, ''alle parti coinvolte nel
procedimento penale scaturito dalla strage di Duisburg è già
garantita e legittimamente esercitata una difesa tecnica a
tutela delle rispettive ragioni processuali. La manifestazione
in questione, inoltre, per le modalità di svolgimento, nonché
per i contenuti che vi sono insiti, potrebbe costituire
occasione per la perpetrazione anche di iniziative contrapposte
alla medesima, con conseguente turbativa dell'ordine
pubblico''.

Il questore Longo, nel provvedimento con cui ha vietato la manifestazione, sostiene anche che ''il procedimento penale sulla strage di Duisburg, che ha avuto ripercussioni a livello internazionale, necessita di condizioni di assoluta assenza di turbative per il suo sereno prosieguo''.   ''Questo perché - afferma ancora il Questore - forme di manifestazioni pubbliche svolte contro provvedimenti giudiziari di tal natura, in un contesto ad alta densità mafiosa, possono pregiudicare il corretto andamento delle fasi processuali costituendo un momento di pressione psicologica nei confronti di coloro ai quali, giudici togati e popolari, è demandata istituzionalmente la funzione giudicante''.  

 

 Secondo Longo, inoltre, ''alle parti coinvolte nel procedimento penale scaturito dalla strage di Duisburg è già garantita e legittimamente esercitata una difesa tecnica a tutela delle rispettive ragioni processuali. La manifestazionein questione, inoltre, per le modalità di svolgimento, nonché per i contenuti che vi sono insiti, potrebbe costituire occasione per la perpetrazione anche di iniziative contrapposte alla medesima, con conseguente turbativa dell'ordine pubblico''.

I parenti di Giovanni Strangio e di Giuseppe Nirta, cui il questore di Reggio Calabria Guido Longo ha vietato per motivi di ordine pubblico di svolgere una manifestazione davanti il Tribunale di Locri per ribadire l'innocenza dei loro congiunti, hanno diffuso una nota in cui affermano che proseguiranno la loro protesta.

   Giovanni Strangio è stato condannato in primo grado all'ergastolo per la strage di Duisburg, in Germania, mentre è in corso il processo davanti alla Corte d'assise di Locri che vede imputati Giuseppe e Sebastiano Nirta, per i quali il pm della Dda di Reggio Calabria ha chiesto la condanna al carcere a vita.  

 I parenti di Strangio e Nirta ieri si erano incatenati per protesta nel Duomo di Reggio Calabria dove era in corso, davanti a centinaia di fedeli, la cerimonia religiosa per la madonna della Consolazione.

''Avevamo chiesto il permesso al Questore di Reggio Calabria - affermano i familiari - di poter fare una manifestazione pacifica per chiedere aiuto allo Stato affinché tre innocenti possano avere giustizia per un crimine non commesso, ma il Questore ha rigettato la nostra richiesta motivando che si potrebbero aggiungere 'ndranghetisti alla manifestazione. E con questa scusa ci ha proibito di chiedere aiuto allo Stato. Ieri ci siamo legati nel Duomo di Reggio Calabria ma ieri sera la chiesa, 'la casa di Nostro Signore che accoglie tutti', ci ha cacciato fuori con la scusa che c'era l'allarme e di notte ad ogni movimento suonava''. 

   ''Abbiamo dormito in macchina per continuare la protesta e per dare voce a tre innocenti che da anni aspettano giustizia, la vera giustizia. Oggi continueremo finché il Ministro di  Giustizia non avvierà un procedimento parlamentare. Tutti devono sapere che non c'è un solo indizio che li collochi a Duisburg, ma la magistratura reggina continua con il suo disegno di colpevolezza contro di loro e tutto questo avviene perché non c'è la responsabilità personale dei magistrati''.

 

 

 ''Cosicché prima di emettere sentenze già fatte - concludono i parenti dei condannati - si leggano bene gli atti per dare modo ai nostri familiari di essere giudicati per i loro reati e non per convinzioni della Procura''. 

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