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Affiliati cosca Pesce
fermi convalidati

I carabinieri del Ros e gli agenti del Gico della Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, con contestuale sequestro preventivo di beni, nei confronti di quattro persone ritenute affiliate alla cosca Pesce di Rosarno.

Destinatari del provvedimento emesso dal gip di Palmi sono Biagio Arena, di 31 anni, Rosario Rao (32) e Vincenzo Cannatà (38), mentre il quarto destinatario Francesco Pisano, di 30 anni, è attualmente detenuto per droga in Uruguay, già sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Reggio Calabria. Le accuse sono di tentato omicidio - ad eccezione di Rao - associazione di stampo mafioso e detenzione di armi da guerra.
Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Dda reggina, avevano consentito di sventare un omicidio pianificato dai componenti del gruppo che comunicava attraverso smartphone. Nella loro disponibilità erano stati trovati un fucile kalashnikov, una pistola semiautomatica Glock e una pistola automatica Uzi, con relativo munizionamento. Pisano, attraverso lo smartphone, comunicava dal carcere uruguayano con Rao e assieme gestivano i traffici internazionali di stupefacenti per conto della cosca che fa capo a Vincenzo Pesce, detto "u pacciu", attualmente detenuto con il regime del 41 bis, zio dello stesso Rao e di Arena. Le indagini patrimoniali del Gico e del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno consentito di dimostrare che i nuclei familiari dei quattro non sono tali da giustificare il possesso del patrimonio loro attribuito.

Nell'ambito dell'indagine è stato disposto il sequestro, oltre che di una ditta individuale con sede a Rosarno impegnata nella coltivazione di agrumi con patrimonio aziendale e titoli Agea per la percezione di contributi destinati al settore, anche di terreni, autoveicoli, furgoni, trattori e conti correnti, per un valore complessivo di 500 mila euro. (ANSA)

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