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I bronzi di Riace
tornano a casa

A quarant'anni dal loro ritrovamento, avvenuto il 16 agosto del 1972, i Bronzi di Riace hanno ancora un fascino intramontabile, tanto da richiamare l'attenzione di tantissimi turisti. E dopo quattro anni di restauro conservativo, avvenuto in un'apposita sala del Consiglio regionale della Calabria, i due guerrieri sono tornati nella loro "casa" naturale, il Museo nazionale di Reggio Calabria. Il sofisticato restauro delle statue era materialmente terminato nel 2011, ma i Bronzi erano rimasti nell'ambiente climatizzato del Consiglio regionale in attesa dell'ultimazione dei lavori al Museo. Durante le fasi del restauro c'è stata prima una Tac e poi rilevamenti mirati con i raggi gamma che hanno consentito d'indagare fin nel profondo il loro stato di conservazione. La storia contemporanea dei Bronzi di Riace ha inizio il 16 agosto del 1972. A ritrovare le due statue, a 300 metri dalla spiaggia di Riace, sulla costa jonica reggina, fu il sub dilettante Stefano Mariottini. La sua attenzione si concentro' subito sul braccio sinistro di quella che fu denominata statua A, raffigurante il guerriero piu' giovane, che emergeva dalla sabbia sul fondo del mare. Per sollevare e recuperare i due capolavori, i carabinieri del nucleo sommozzatori utilizzarono un pallone gonfiato con l'aria delle bombole. Il 21 agosto fu recuperata la statua B, che raffigura il guerriero piu' anziano, ed il giorno successivo tocco' all'altra. Sin da subito ci si rese conto della straordinaria scoperta, che rappresenta una delle poche testimonianze dirette dei maestri scultori del mondo greco classico. Tre anni dopo il loro ritrovamento e dopo i primi accertamenti, i due guerrieri furono inviati nel centro di restauro della Soprintendenza archeologica della Toscana, a Firenze. E proprio in quel centro i guerrieri ricevettero le prime cure ed il primo restauro. Nel 1980, in virtu' della loro straordinaria bellezza, l'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, decise di far esporre i due bronzi di Riace al Quirinale. La storia e la fruibilita' dei due guerrieri da sempre affascina e fa discutere gli esperti di archeologia e di beni culturali. Per diverso tempo si era pensato di clonare le due statue per renderle itineranti, ma il progetto, travolto dalle polemiche, e' stato abbandonato. Nonostante tutto, e a distanza di quarant'anni dal loro ritrovamento, i due bronzi rappresentano ancora "l'oggetto del desiderio di tante persone". La soprintendente archeologica della Calabria, Simonetta Bonomi, ha smentito qualsiasi ipotesi di spostamento dei Bronzi per la loro esposizione in altre sedi. "Non c'è stata alcuna richiesta ufficiale in tal senso. Di voci - ha aggiunto - ne girano tante da tempo. Penso, comunque, che sia una cosa poco opportuna dopo la loro lunga permanenza nel laboratorio di palazzo Campanella e con il Museo appena riallestito e riaperto al pubblico. Cerchiamo invece di far venire qui le persone a vedere i Bronzi".

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