Reggio

Sabato 23 Novembre 2024

Piscitelli lascia
senza rancori

prefetto piscitelli
"Il mio trasferimento? Nessuna macchinazione. Noi prefetti siamo a disposizione dello Stato e del Governo, sempre con le valige in mano". A dirlo è stato il prefetto Vittorio Piscitelli, appena trasferito dal Governo da Reggio Calabria ad altro incarico, riferendosi ad alcune polemiche politiche che hanno messo in relazione il suo trasferimento con lo scioglimento per contiguità mafiosa del Comune di Reggio .
"Quando mi destinarono a Reggio - ha ricordato nel corso di una conferenza stampa di commiato svoltasi nella prefettura di Reggio Calabria - lo appresi appena qualche giorno prima. Tutto ciò per dire che il nostro dovere è di andare insindacabilmente dove il Governo ci manda. Peraltro il mio trasferimento è dentro un provvedimento generale di movimento di prefetti, né, credo, si va a barattare o discutere il proprio utilizzo. Forse c'è chi è più o meno privilegiato, ma i fedeli servitori dello Stato, ripeto, stanno sempre con le valige in mano. Mi è stato affidato un incarico di grande rilievo, prestigioso, tra i più alti dell'amministrazione e onorerò questa disposizione con il solito impegno di sempre".
Piscitelli, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha affermato di "vedere bene il futuro di Reggio, e la messa in piedi dei Bronzi di Riace è il simbolo del riscatto di questa città, un processo dove il rapporto tra i cittadini e le istituzioni deve essere sempre più forte, come nel caso della Commissione d'accesso al Comune di Reggio, servita per aprire gli occhi ai cittadini su qualcosa che non andava per il verso giusto''.
''Sono comunque dell'idea - ha proseguito - che lo scioglimento dei comuni significa qualcosa che va contro il cittadino, ma è anche vero che in molti tornino ad essere rieletti. Ritengo quindi necessario, ed è opinione ormai diffusa, che sia necessario ripristinare i controlli di legittimità e di merito sugli atti degli enti locali, rivedendo la riforma dell'art. 112 della Costituzione". Piscitelli ha voluto inoltre sottolineare "l'apertura al territorio della Prefettura, con la costituzione di un Comitato scientifico e culturale servito a individuare gli indirizzi utili affinché Reggio possa riappropriarsi del suo ruolo prestigioso. Sono stati avviati tre progetti, grazie al forte supporto interistituzionale con la Regione, la Provincia ed il Comune per fare della città la capitale europea della Cultura, per promuovere l'Area dello Stretto come patrimoni dell'Unesco, ed il Patto della Fata Morgana, un distretto culturale in grado di accogliere i turisti e offrire loro, oltre la visita al Museo nazionale della Magna Grecia, quanto di meglio vi è in tutta la provincia di Reggio Calabria ".
Il prefetto ha inoltre sottolineato "il programma straordinario del Governo per Reggio e la Calabria , cui ha destinato un finanziamento straordinario di dieci milioni di euro ai fini della sicurezza incrementando la presenza delle forze dell'ordine e dei livelli investigativi e potenziando le strutture degli Uffici di Procura. Qui a Reggio - ha concluso - ho fatto una esperienza che mi ha risvegliato l'orgoglio di rappresentare lo Stato in un momento delicato, difficile, ma in cui faceva cose importanti".
"Mi preoccupava che tutto questo non fosse capito dalla gente perché c'era un'aggressione mediatica, più che nei confronti della mia persona, nello Stato, che veniva qui ad infierire ad un colpo per molti prospettato come una ingiustizia". Lo ha detto il prefetto Vittorio Piscitelli, commentando il provvedimento di scioglimento anticipato del Comune di Reggio Calabria per contiguità mafiosa, conversando con i giornalisti.
"In realtà - ha aggiunto - mi sono accorto che i reggini sono molto avveduti, che hanno capito che fosse un atto dovuto da parte mia, necessitato da parte dello Stato, e anche giusto per quello che poi è emerso. E questo poi è stato recentemente sancito dalla sentenza del Tar Lazio. Per carità, una sentenza non ancora definitiva. Però in quella sentenza abbiamo letto pagine importanti che hanno reso giustizia allo Stato per il ruolo che qui ha svolto". (ANSA)
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