Il trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro avverrà in «tutta sicurezza », nel rispetto di tutti gli standard internazionali: lo scalo calabrese è stato scelto perché ha esperienza, «è attrezzato ai trasbordi pericolosi» e ha già movimentato sostanze classificate 6.1, uguali a quelle in arrivo con la nave danese. Palazzo Chigi, nel pieno della polemica, torna a spiegare la scelta calabrese. E annuncia che il premier Enrico Letta ha convocato per martedì mattina a Roma tutte le parti, dalla Regione ai sindaci, dalla autorità portuali ai vertice delle aziende interessate all’operazione. Per spiegare e rassicurare. In un tavolo sollecitato anche dal governatore della Calabria che, dopo aver messo ieri Roma in guardia sul rischio di una «guerra civile», aveva chiesto un dialogo con le istituzioni locali: «È stato accolto il mio appello e questo è importante». È «giusto coinvolgere sindaci, enti territoriali e Regione», ha spiegato anche il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Gioia Tauro, intanto, aspetta. Ed sindaco manda un messaggio a Roma: «Se siamo stati scelti perché tra i migliori di Italia allora perché non ci hanno mandato la Concordia» per lo smantellamento? si chiede Renato Bellofiore. Facendo sponda allo sfogo di un portuale: «Siamo tanto bravi? E perché siamo tutti in cig a rotazione? ».