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Media con cosche per
evitare uccisione figlio

Sante Pisani, l'imprenditore al quale sono stati sequestrati beni per circa 4 milioni di euro, avrebbe svolto un ruolo di mediatore per salvare la vita al figlio, l'avv. Vittorio Pisani, che le cosche di Rosarno stavano pensando di uccidere. E' quanto emerge dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, che sono anche all'origine del sequestro.
Una precedente richiesta effettuata dalla Dia di Firenze era stata respinta dal Tribunale di Reggio ed è stata reiterata dalla Dda reggina dopo le indagini dei carabinieri.
Vittorio Pisani è stato arrestato nel febbraio scorso per concorso in maltrattamenti in famiglia e in violenza privata aggravati dall'avere favorito un sodalizio mafioso insieme ad un altro legale, l'avv. Gregorio Cacciola, e a Michele Cacciola, Anna Rosalba Lazzaro e Giuseppe Cacciola, rispettivamente padre, madre e fratello della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola morta il 28 agosto 2011 dopo avere ingerito acido muriatico e che, secondo l'accusa, sarebbe stata uccisa. I due avvocati sono accusati di avere aiutato i familiari della Cacciola a mettere in atto nei confronti della donna una serie di ricatti, intimidazioni e minacce per costringerla a ritrattare le accuse contro i Bellocco.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno intercettato alcune conversazioni dell'avv. Cacciola. In una, con Giovanbattista Cacciola, zio di Maria Concetta, il legale riferisce che Sante Pisani aveva affrontato Gregorio Cacciola per lamentarsi del fatto che andava in giro a parlare male del figlio. Dalla stessa conversazione, secondo i carabinieri, emerge che, successivamente, Sante Pisani si era recato a parlare anche con l'avv. Cacciola che gli aveva evidenziato che il comportamento tenuto dal figlio era ingiustificabile, al punto che la famiglia Pisani, per recuperare l'onore perduto, aveva una sola scelta, ucciderlo (prima gli ho detto io vieni con me dove ti dico io, poi prendi una "faccetta" (falce) e ..
ma non voglio che arrivi nemmeno questo ...). L'avv. Cacciola, poi, secondo la ricostruzione dei carabinieri, rilevava che sarebbe stato meglio non ammazzare Pisani, in quanto "non ne vale nemmeno la pena", mentre Giovanbattista Cacciola avrebbe dato la sua disponibilità ("se c'è .. se c'è il bisogno si fa qualcosa").
I1 ruolo di "mediatore" svolto da Sante Pisani nella vicenda è stato confermato anche dal figlio Vittorio nel corso dell'interrogatorio di garanzia. (ANSA)

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