«I cambiamenti sono reali solo se partono dal basso»: esordisce così il sindaco di Messina, Renato Accorinti, invitando il popolo reggino a essere protagonista dell’unificazione delle due sponde. Partecipazione attiva e rinnovamento culturale sono stati gli argomenti chiave dell’incontro sul tema “Lo Stretto, patrimonio da proteggere, primo obiettivo verso una città per due sponde”, organizzato dalla Camera di Commercio e dal Club di Territorio del Touring Club Italiano, a cui hanno aderito anche il Fai (Fondo ambiente italiano), la sezione reggina di Italia Nostra, l’Università “Mediterranea” e l’Atam. L’iniziativa s’inserisce in un percorso avviato nei mesi scorsi, finalizzato a ottenere l’inclusione dell’area dello Stretto nella World Heritage List della Convenzione sul patrimonio dell’Umanità, adottata dalla Conferenza generale dell’Unesco. Ad aprire l’incontro, moderato dal giornalista Giuseppe Smorto, è stato il presidente dell’Ente camerale Lucio Dattola che l’ha definito «un tassello di confronto costruttivo per qualcosa di concreto », soprattutto, alla luce del fatto che ormai «certe rivalità storiche di natura politica e sportiva sembrano scomparire ». Dattola ha poi evidenziato come Reggio e Messina rappresentino «due sistemi fragili con alle spalle tanti problemi e che l’unione tra le sponde è l’unica strada per uscire da questa crisi che stringe in una morsa l’intero territorio. La conurbazione e il fare rete costituiscono gli unici strumenti per poter competere a livello europeo in quanto, pur trattandosi di due economie diverse, ci sono i presupposti per creare un unico sistema forte». La formula individuata dal presidente Dattola è quella di fondere i punti di forza rappresentati, per Messina, «dal turismo valorizzando la località di Taormina e le isole Eolie», per Reggio «dall’inestimabile patrimonio culturale e archeologico ».