Trenta condanne e solo un’assoluzione. Così come aveva chiesto nella sua requisitoria il pm antimafia Stefano Musolino. Il Tribunale presieduto da Natina Pratticò (a latere i giudici Filippo Aragona e Alberto Romeo) ha irrogato condanne pesanti (oltre trecento anni di carcere) ha inflitto un duro colpo alle cosche Rosmini e Caridi- Borghetto-Zindato, egemoni nei rioni di Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra. Assolta soltanto Nicolina Zumbo. Ha retto, dunque, nel dibattimento di fronte al Tribunale, il castello accusatorio costruito dai magistrati della Dda che portò all’operazione “Alta tensione” scattata il 29 ottobre 2010, quando la Squadra Mobile di Reggio Calabria diede esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che fece finire dietro le sbarre trentaquattro indagati. I giudici di primo grado hanno, inoltre, stabilito la somma di centomila euro a titolo di provvisionale in favore del Comune di Reggio Calabria, che insieme con la Regione Calabria, si è costituito nel processo parte civile nei confronti delle cosche.
Le 30 condanne
Natale Alampi: 16 anni; Eugenio Borghetto: 20; Tullio Borghetto: 10; Bruno Caridi: 20; Santo Giovanni Caridi: 16; Demetrio Cento: 9; Natale Iannì: 15; Paolo Latella: 16; Pasquale Giuseppe Latella: 1 anno e 6 mesi; Domenico Malavenda: 12; Osvaldo Massara: 15; Giampiero Melito: 12; Giuseppe Modafferi: 20; Tommaso Paris: 11; Biagio Fabio Pennestrì: 12; Matteo Perla: 16; Vincenzo Quartuccio: 20; Giuseppe Riggio: 1; Diego Rosmini: 12; Sebastiano Sapone: 12; Domenico Serraino: 12; Giovanni Zindato: 9; Giuseppe Zindato: 12; Carmelo Gattuso: 1 e 6 mesi; Massimo Sconti: 9 m; Antonia Contestabile: 6 m; Concetta Modafferi: 6 m; Carmela Nava: 6 m; Consolato Parisi: 6 m; Giuseppe Parisi: 6 mesi.