La guardia di finanza di Castrovillari, nel Cosentino, ha arrestato un latitante, Domenico Pepè, detto "zio mimmo", gì noto alle forze dell’ordine, di Rosarno (Reggio Calabria), ricercato da oltre sei mesi e ritenuto collegato alle cosche di 'ndrangheta dei Piromalli-Pesce. In passato, era stato coinvolto nella vicenda dell’estorsione perpetrata ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.A., la società che gestisce lo scalo merci del porto di Gioia Tauro. I finanzieri hanno fatto scattare l'operazione nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, quando si è avuta la certezza che l’uomo potesse essere in un agriturismo della zona. Il sospetto era nato dall’aver intercettato un’auto con a bordo una persona non della zona, che si aggirava con circospezione. Dai controlli era emerso che l'auto era già stata controllata dalle forze dell’ordine e che a bordo vi era stato identificato proprio Pepè. L’intervento nell’agriturismo poteva essere rischioso, e pertanto è stato chiesto anche l’aiuto dei Baschi Verdi di Sibari, specializzati in azioni particolarmente impegnative, per garantire la sicurezza degli altri ospiti della struttura. Scattata l'irruzione, l’uomo è stato trovato in compagnia di una parente e non ha opposto resistenza. Deve espiare una condanna definitiva per i reati di truffa aggravata e associazione a delinquere finalizzata all’erogazione di contributi pubblici. (AGI)
La guardia di finanza ha arrestato un latitante, Domenico Pepè, detto "zio mimmo", di Rosarno, ricercato da oltre sei mesi e ritenuto collegato alle cosche di 'ndrangheta dei Piromalli-Pesce. In passato, era stato coinvolto nella vicenda dell’estorsione perpetrata ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.A., la società che gestisce lo scalo merci del porto di Gioia Tauro. I finanzieri hanno fatto scattare l'operazione nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, quando si è avuta la certezza che l’uomo potesse essere in un agriturismo della zona. Il sospetto era nato dall’aver intercettato un’auto con a bordo una persona non della zona, che si aggirava con circospezione. Dai controlli era emerso che l'auto era già stata controllata dalle forze dell’ordine e che a bordo vi era stato identificato proprio Pepè. L’intervento nell’agriturismo poteva essere rischioso, e pertanto è stato chiesto anche l’aiuto dei Baschi Verdi di Sibari, specializzati in azioni particolarmente impegnative, per garantire la sicurezza degli altri ospiti della struttura. Scattata l'irruzione, l’uomo è stato trovato in compagnia di una parente e non ha opposto resistenza. Deve espiare una condanna definitiva per i reati di truffa aggravata e associazione a delinquere finalizzata all’erogazione di contributi pubblici. (AGI)
Caricamento commenti
Commenta la notizia