Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Latitante reggino
si nascondeva
in un agriturismo

La guardia di finanza di Castrovillari, nel Cosentino, ha arrestato un latitante, Domenico Pepè, detto "zio mimmo", gì noto alle forze dell’ordine, di Rosarno (Reggio Calabria), ricercato da oltre sei mesi e ritenuto collegato alle cosche di 'ndrangheta dei Piromalli-Pesce. In passato, era stato coinvolto nella vicenda dell’estorsione perpetrata ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.A., la società che gestisce lo scalo merci del porto di Gioia Tauro. I finanzieri hanno fatto scattare l'operazione nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, quando si è avuta la certezza che l’uomo potesse essere in un agriturismo della zona. Il sospetto era nato dall’aver intercettato un’auto con a bordo una persona non della zona, che si aggirava con circospezione. Dai controlli era emerso che l'auto era già stata controllata dalle forze dell’ordine e che a bordo vi era stato identificato proprio Pepè. L’intervento nell’agriturismo poteva essere rischioso, e pertanto è stato chiesto anche l’aiuto dei Baschi Verdi di Sibari, specializzati in azioni particolarmente impegnative, per garantire la sicurezza degli altri ospiti della struttura. Scattata l'irruzione, l’uomo è stato trovato in compagnia di una parente e non ha opposto resistenza. Deve espiare una condanna definitiva per i reati di truffa aggravata e associazione a delinquere finalizzata all’erogazione di contributi pubblici. (AGI)

La guardia di finanza ha arrestato un latitante, Domenico Pepè, detto "zio mimmo", di Rosarno, ricercato da oltre sei mesi e ritenuto collegato alle cosche di 'ndrangheta dei Piromalli-Pesce. In passato, era stato coinvolto nella vicenda dell’estorsione perpetrata ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.A., la società che gestisce lo scalo merci del porto di Gioia Tauro. I finanzieri hanno fatto scattare l'operazione nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, quando si è avuta la certezza che l’uomo potesse essere in un agriturismo della zona. Il sospetto era nato dall’aver intercettato un’auto con a bordo una persona non della zona, che si aggirava con circospezione. Dai controlli era emerso che l'auto era già stata controllata dalle forze dell’ordine e che a bordo vi era stato identificato proprio Pepè. L’intervento nell’agriturismo poteva essere rischioso, e pertanto è stato chiesto anche l’aiuto dei Baschi Verdi di Sibari, specializzati in azioni particolarmente impegnative, per garantire la sicurezza degli altri ospiti della struttura. Scattata l'irruzione, l’uomo è stato trovato in compagnia di una parente e non ha opposto resistenza. Deve espiare una condanna definitiva per i reati di truffa aggravata e associazione a delinquere finalizzata all’erogazione di contributi pubblici. (AGI)

leggi l'articolo completo