Reggio

Sabato 23 Novembre 2024

Chiara Rizzo sceglie
strada del silenzio

Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, ha deciso di fare scena muta nel corso dell'interrogatorio di garanzia a Reggio Calabria. Davanti al gip e alla pubblica accusa, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, visto che il giudice aveva rigettato l’istanza dei legali della Rizzo di poter parlare con la donna. La Procura la accusa di aver favorito la latitanza del marito e di aver schermato il patrimonio di famiglia per evitare che fosse sequestrato. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex ministro Claudio Scajola. Un nuovo incontro coi pm è fissato per giovedì prossimo alle 15. Chiara Rizzo, moglie dell’ex deputato Amedeo Matacena, fuggito a Dubai dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, è stata estradata qualche giorno fa da Nizza dove è stata arrestata due domeniche fa dalla polizia francese su mandato d’arresto europeo in quanto destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per intestazione fittizia di beni e procurata inosservanza di pena nell’ambito dell’operazione Breakfast. "Tecnicamente la signora si è avvalsa della facoltà di non rispondere - hanno spiegato all’uscita dal carcere i due legali, gli avvocati Candido Bonaventura e Carlo Biondi - ma nella realtà c'è la volontà di rispondere a tutte le domande dei magistrati, quindi abbiamo concordato con i pubblici ministeri Giuseppe Lombardo della DDA e Francesco Curcio della DNA di fissare un interrogatorio per giovedì pomeriggio alle ore 15". Il gip Olga Tarzia, hanno spiegato i legali, ha confermato il divieto di colloquio con i difensori: "Non ci ha consentito di poter interloquire con la nostra assistita - ha puntualizzato l'avvocato Bonaventura - prima dell’interrogatorio e inoltre avrebbe mantenuto il divieto anche oltre l’interrogatorio, quindi fino a domenica. A questo punto la signora Rizzo anche senza il nostro parere ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, evidentemente avendo compreso che sarebbe più opportuno preparare la difesa insieme ai difensori, e infatti lunedì e martedì - ha annunciato il legale - saremo qui per un incontro fiume, leggeremo insieme l’ordinanza per poter poi rispondere alle domande dei pubblici ministeri". Bonaventura, inoltre, ha voluto sottolineare "la professionalità e il garbo" del direttore del carcere, Carmela Longo, e di tutto il personale incontrato in una struttura definita in condizioni "notevolmente superiori a quelle medie nazionali, se fossero così tutte le carceri italiane le cose forse andrebbero meglio anche al fine della rieducazione dei detenuti". (AGI)

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