Una vera e propria "signoria" non solo sulle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica: era quella che era in grado di esercitare su Rizziconi la cosca Crea. E' quanto emerso dall'inchiesta della Dda denominata "Deus" che ha portato la polizia ad eseguire 15 arresti, mentre una sedicesima persona era già latitante. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Gioia Tauro con il coordinamento del Servizio centrale operativo di Roma, sono iniziate all'indomani delle elezioni per l'elezione del sindaco e per il rinnovo del Consiglio comunale di Rizziconi, svoltesi il 28 e 29 marzo 2010, alle quali ha partecipato una sola lista, essendo la seconda esclusa per irregolarità. Le indagini hanno evidenziato che la cosca Crea, con minacce e atti intimidatori, ha provocato il sostanziale isolamento dell'ex sindaco per annullarne l'azione politica non gradita, determinando, inoltre, lo scioglimento del Consiglio grazie alle dimissioni dei consiglieri. Secondo gli investigatori, a testimonianza del potere della cosca, è emblematico quanto accaduto in occasione dell'acquisizione da parte di Antonio Crea dello storico palazzo Cordopatri, situato nel centro di Rizziconi, che aveva subito dei danni nell'alluvione del novembre 2010. Dopo anni di contrasti tra i vari comproprietari, l'edificio era stato acquistato da Antonio Crea detto "'u Malandrinu" e subito demolito, pur essendo intestato a Vincenzo Tornese, consuocero dello stesso Antonio Crea. Dalle indagini sono emerse anche le responsabilità di alcuni indagati nelle intimidazioni compiute il 28 agosto 2011 ed il 20 novembre dello stesso anno contro la guardiola del servizio di vigilanza della centrale a turbogas costruita dalla Ansaldo Energia. Nel primo caso furono sparati alcuni colpi di pistola e nel secondo 30 colpi di kalashnikov. Secondo l'accusa, i gesti erano da mettere in relazione con la volontà del latitante Giuseppe Crea di scalzare la ditta Europol di Reggio Calabria dal servizio di vigilanza per farvi subentrare la Securpol di Osvaldo e Giuseppe Lombardo, padre e figlio, arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa. La cosca Crea era anche riuscita, sempre con minacce ed intimidazioni, a costringere il consigliere comunale Michele Russo a presentare le dimissioni alle quali si erano aggiunte quelle di altri consiglieri, determinando lo scioglimento del Consiglio comunale. Un fatto avvenuto senza alcun particolare clamore in ossequio ai diktat dei Crea. (ANSA)