Il capitale sociale dell’Atam è completamente azzerato dalla massa debitoria. Si arriva con questa tegola all’udienza di oggi davanti al Tribunale fallimentare che deve decidere il destino dell’azienda di trasporto dell’area metropolitana. Un “buco” ancora da quantificare e che i vertici dell’azienda e il Comune vogliono cristallizzare esattamente e soprattutto capire come si è arrivati a questa gravissima situazione. Ma il corto circuito dell’Atam è anche legato all’a s s e nza della ricapitalizzazione del Comune. I commissari (Chiuolo, Castaldo e La Paglia) sono disponibili a procedere con altri investimenti ma attendono la decisione del Tribunale (altrimenti il rischio è di versare somme in una società che rischia il fallimento). In tutto questo è interlocutoria la posizione della Regione. La Procura, dopo la presentazione dell’istanza di fallimento, aveva accolto la richiesta dell’azienda di attendere gli sviluppi sul fronte degli impegni istituzionali di Regione e Comune per il salvataggio dell’azienda. Da Palazzo Alemanni è arrivata una nota formale di impegno ma è sostanzialmente interlocutoria. Basterà per convincere il Tribunale a respingere l’ipotesi del fallimento? Il verdetto non si conoscerà molto probabilmente nella giornata odierna. Sul piatto c’è anche la richiesta dell’azienda di ottenere l’autorizzazione alla ristrutturazione del debito (peraltro unica via per evitare la ricapitalizzazione, altrimenti l’Atam sarebbe già fallita) con il concordato in bianco.
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