«Se avessi parlato più chiaro non ci sarebbe tutta questa roba qua». Lo dice Claudio Scajola ai pm. «Pensavo - spiega - di non fare niente di male e quindi non avevo preoccupazione col telefono anche se potevo sospettare che lei (Chiara Rizzo, ndr) potesse essere controllata. Usavo un linguaggio che ha creato solo casino». «In questa telefonata io fui molto duro nel dirle quale era secondo me la via che avrebbe dovuto scegliere e cioè il marito sarebbe dovuto venire qua. Avrebbe sofferto ma comunque il marito latitante è peggio che in prigione». Lo dice Claudio Scajola ai pm in riferimento alla telefonata con Chiara Rizzo in cui le dice di fare una scelta. Lei - prosegue Scajola - avrebbe potuto andare a visitarlo una volta la settimana. Lei avrebbe potuto cercarsi un lavoro, è una bella donna faceva la modella poteva trovare la possibilità di fare qualcosa. Io l'avrei aiutata come l’ho aiutata facendole dare una collaborazione». «Non ho mai fatto affari con nessuno perché non ne sono capace. L’ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino. E poi vado a fare affari con loro ..». Lo dice Claudio Scajola nell’interrogatorio - che era stato secretato - con i pm. L’audio è stato depositato al Tribunale del riesame di Reggio Calabria. «La mia preoccupazione -spiega Scajola - era sempre quella la grandissima difficoltà economica che mi pareva di arguire» avesse Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena, a Dubai senza passaporto dopo la condanna a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Alla domande dei pm se dal punto di vista economico ci fosse qualcosa altro che lo legasse ai coniugi Matacena, Scajola ha risposto «non ho mai fatto affari con nessuno». (ANSA).
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