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Metromare, silenzio
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Le ore passano, la data del primo luglio si avvicina ma nessuna soluzione è stata ancora trovata per scongiurare l’interruzione del servizio di Metromare fra Messina e Reggio Calabria. Se non ci saranno novità da martedì i mezzi veloci di Ustica Lines si fermeranno provocando enormi disagi ai pendolari che tutti i giorni per lavoro o per studio attraversano lo Stretto. Un’assurdità che non tiene in alcun conto la continuità territoriale di cui tanto si parla ma che viene calpestata alla prima occasione. Il 30 giugno scade l’ultima proroga ma fino a pochi giorni fa tutto lasciava presagire che si sarebbe trovato un accordo tanto che l’assessore regionale ai Trasporti della regione Calabria aveva annunciato l’accordo per una nuova proroga sino al 31 dicembre. Ma non si era fatto bene i conti. E così se Bluferries  ha accettato la proroga di sei mesi per la tratta Messina-Villa San Giovanni, Ustica Lines ha detto no. Oggi sulla vicenda interviene  Vincenzo Garofalo, componente della commissione Trasporti della Camera, per il quale è necessario comprendere subito quali siano le ragioni che hanno indotto Ustiona Lines ad interrompere il servizio. Garofalo invita il Ministero dei Trasporti a trovare immediatamente un accordo per la proroga del servizio al 31 dicembre anche perché in questo momento non esiste un problema di copertura finanziaria. Poi però bisogna bandire una gara per un sevizio duraturo, triennale o addirittura quinquennale per evitare lo stillicidio delle proroghe semestrale. Per la coordinatrice provinciale di Sel, Daria Lucchesi. Il particolare che la Ustica Lines interrompa il suo servizio a causa del mancato espletamento di un regolare bando, in una situazione da tempo in deroga, -lamenta la Lucchesi-  è lo specchio e il risultato di una condotta distratta delle autorità politiche, regionali e  locali, che avrebbero dovuto considerare la continuità territoriale dello Stretto come una priorità assoluta. Per Sel non si potrà mai parlare dello sviluppo di Messina se non si tengono conto innanzitutto delle esigenze dei lavoratori che dal primo luglio incontreranno grandi difficoltà per varcare lo stretto. 

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