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Completato il trasbordo
delle armi chimiche

 Con il trasferimento dell'ultimo container in questi minuti si è concluso il trasbordo delle armi chimiche siriane dalla Ark Futura alla Cape Ray nel porto di Gioia Tauro. Le due navi lasceranno quindi a breve il porto italiano.

Il direttore generale dell'Opac Ahmet Uzumcu conferma la fine del trasbordo di agenti chimici siriani "senza incidenti" e ha ringraziato "l'Italia per aver offerto il porto di Gioia Tauro ed elogiato tutto lo staff coinvolto nell'operazione". Lo riferisce una nota dell'Opac.

Tutti gli operatori portuali di Gioia Tauro stanno festeggiando la fine del trasbordo delle armi chimiche siriane. Tra i portuali ci sono stati brindisi per la buona riuscita delle operazioni. Intanto la nave Ark Futura si prepara a lasciare nei prossimi minuti il porto di Gioia Tauro. Dopo circa un'ora toccherà alla Cape Ray.

"E' garve sapere che c'è una mancanza di trasparenza e di informazioni su operazioni che interessano la sicurezza di un territorio e la sua gente! Il silenzio e la paura uccidono ancora la Calabria!". Lo afferma in una nota il testimone di giustizia Pino Masciari. "Nel porto di Gioia Tauro - aggiunge - parcheggiano sostanze chimiche che verranno portate in acque internazionali dove inizierà la loro neutralizzazione, "in modo sicuro e nel rispetto dell'ambiente" dice il Pentagono. Ma come si fa ad essere sicuri e a rispettare l' ambiente quando si tratta di elementi tossici per l' uomo, la natura e la loro vita?". *** "Come calabresi ci siamo accollati un grande rischio dimostrando di essere all'altezza della situazione. Adesso il governo nazionale sia consequenziale". Il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, interviene così sul trasbordo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro. "Siamo stati i primi - aggiunge - a sollecitare l'istituzione della zona economica speciale nell'area che circonda il porto e, coerentemente, adesso chiediamo all'esecutivo guidato da Matteo Renzi di attivarsi perché questo territorio e questo tessuto economico abbiano un giusto ristoro, in seguito all'enorme responsabilità che ci siamo assunti facendoci carico del trasferimento delle armi siriane. E d'altra parte, Gioia Tauro e la Calabria hanno dimostrato anche in questa circostanza di essere un'eccellenza assoluta in un momento così delicato e nell'espletamento di un'attività così difficile. Nessuna fase politica potrebbe essere più propizia di questa per l'istituzione della Zes, da noi caldeggiata, di questo semestre di presidenza italiana dell'Unione. Ci aspettiamo da Palazzo Chigi un segnale chiaro e forte che dimostri come Roma e Bruxelles considerino la Calabria parte dell'Italia e dell'Europa". *** "Vorrei già pensare a domani. Se il porto di Gioia Tauro ha dimostrato di essere un'eccellenza, non serve solo per conquistare un baluardo internazionale e affermare che il Governo italiano ha risolto un problema". Lo afferma il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa. "E' vero: ne ha risolto uno, ma adesso - aggiunge - ha il dovere di risolverne tanti altri. E non solo quello relativo alla Zes, sulla quale non riusciamo a capire cosa bisogna fare e soprattutto l'iter che ha seguito l'impegno assunto dal Governo centrale nell'immediatezza della decisione del trasbordo a Gioia Tauro delle armi chimiche siriane. Pretendiamo di più per lo scalo reggino e per tutto il territorio. Per questo vogliamo attenzione, ascolto e condivisione con l'Esecutivo Renzi - oggi è stato presente il ministro Galletti, al quale ho avuto modo di esprimere questo mio pensiero - su un progetto di rilancio di quest'area. La riflessione che faccio è che il porto di Gioia Tauro oggi è al centro del mondo per una questione di sicurezza internazionale, ma non vorrei che domani cadesse nel dimenticatoio. Perché se così fosse, ci sentiremmo utilizzati, non apprezzati anche per lo sforzo che lo scalo ha fatto in quest'occasione". *** "In queste primi giorni di luglio 2014 siamo preoccupati per il rischio concreto che prima la Piana di Gioia Tauro e poi il mar Mediterraneo, già sottoposti a diverse devastazioni ambientali, possono correre a causa del trasbordo e del trattamento delle armi chimiche siriane". Lo afferma il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Pino Scarpelli. "Mentre la zona delle operazioni - aggiunge - e tutta l'area antistante del porto di Gioia Tauro sono chiuse e militarizzate, condividiamo in pieno le apprensioni dei cittadini del comprensorio, in fermento e fortemente preoccupati, soprattutto per la completa mancanza di informazioni su ciò che sta succedendo e sui rischi complessivi che il territorio ed mare corrono e correranno nel corso di tutte le operazioni. Abbiamo seguito le sacrosante proteste di alcune associazioni e le recenti (ma, forse, tardive!) dichiarazioni polemiche da parte di alcuni sindaci e siamo allarmati per il fatto che si è pure insediato, presso la prefettura di Reggio Calabria, un Centro di Monitoraggio e Controllo a cui partecipano diversi rappresentanti di ministeri, enti ed istituzioni, con il compito di monitorare tutte le operazioni. A questo proposito, ci chiediamo se nelle strutture ospedaliere della Piana, che la Regione Calabria sta smantellando, siano state attivate delle forme particolari di allerta e siano state approntate le apposite attrezzature mediche e le professionalità necessarie per far fronte ad ogni eventuale emergenza sanitaria. Siamo per di più preoccupati per le notizie che ci giungono circa l'utilizzo di lavoratori volontari, pare selezionati tra quelli in cassa integrazione, come addetti alle operazioni portuali: sebbene formati, secondo quanto diffuso da Medcenter, nelle scorse settimane, in tal caso il loro utilizzo ci parlerebbe ancora del costante ricatto legato al lavoro ottenuto in cambio di rischi per la salute, per di più in tempi di crisi come quelli attuali".

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