A volte tornano. E quando lo fanno il loro ritorno è accompagnato dal suono delle sirene della Polizia. Una storia già vista molte volte tra le varie ’ndrine con personaggi che per anni hanno fatto perdere le loro tracce mimetizzandosi al meglio tra le ombre e nelle pieghe della cosiddetta società civile, magari anche allontanandosi dal loro territorio. Ma non è facile ingannare per troppo tempo le forze dell’ordine, sicché nessuna sorpresa se ieri gli investigatori della Polizia e i magistrati della Dda (il procuratore Federico Cafiero de Raho e il sostituto Giovanni Musarò) hanno fatto riemergere dall’oblio in cui era piombato Giovanni Iannino, 59 anni nato a Palmi ma da anni trasferito a Roma. È lui uno dei personaggi- chiave attorno ai quali è stata costruita l’operazione “Orso”. «Un’operazione con cui abbiamo inferto un duro colpo all’organizzazione dei Gallico », ha detto il capo della Squadra mobile reggina Gennario Semeraro. È un’indagine che ha fatto luce sulla “governance” del patrimonio immobiliare accumulato illecitamente della cosca Gallico, individuato lungo un asse che da Palmi porta a Roma, e sulle capacità della ’ndrina della Piana di riuscire a manovrare una moltitudine di soggetti disponibili a fungere da prestanome per consentire la schermature del loro patrimonio. E svelando i veri proprietari del patrimonio dei Gallico (sono stati sequestrati immobili e aziende per un valore di circa sette milioni di euro) l’inchiesta “Orso”ha portato anche all’arresto di 14 persone (9 in carcere e 5 ai domiciliari) mentre una quindicesima, Emanuele Cosentino, è latitante dal novembre 2013 ed è, come si dice in questi casi, «attivamente ricercata». «L’inchiesta – ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho illustrando i particolari ai giornalisti – conferma l’interesse strategico della ‘ndrangheta, in questo caso dei Gallico, di trovare persone insospettabili cui intestare beni ingenti. I Gallico avevano cominciato da tempo a spostare le loro attività di riciclaggio a Roma, acquistando immobili e locali, affidando a Giovanni Iannino il compito di proteggere il loro consistente patrimonio. Iannino, un vecchio accoscato, si era da qualche tempo “inabissato” ma teneva un saldo rapporto con Carmelo Gallico e le sue mosse non erano certamente sfuggite alle nostre osservazioni anche nella capitale grazie anche al supporto della squadra mobile capitolina». «Abbiamo purtroppo verificato – ha concluso Cafiero de Raho – il coinvolgimento di persone apparentemente lontane da logiche criminali che con il loro perbenismo hanno però contribuito a rendere sempre più ricco il potente clan di Palmi». L’indagine «è stata condotta in sinergia con la mobile di Roma, tenuto conto che Iannino aveva ormai assunto il ruolo di “specialista” in riciclaggio e in false intestazioni dei beni dei Gallico», ha detto il questore di Reggio Guido Longo. L’attività investigativa della Squadra mobile reggina, dunque, si è incentrata prevalentemente sulla figura di Giovanni Iannino, 59 anni, storico affiliato alla cosca, condannato per associazione mafiosa con sentenza passata in giudicato. L’uomo, anche dopo la condanna risalente agli anni Novanta, secondo l’accusa, ha continuato a far parte della consorteria, anche con il ruolo di studiare le mosse necessarie per schermare il patrimonio dei Gallico. Ed è proprio seguendo le dinamiche che hanno connotato le sue condotte che sono stati individuati ulteriori beni. L’inchiesta della Polizia si è avvalsa di una grande sinergia tra le Squadre mobili reggina e romana oltre al Commissariato di Palmi, ma anche numerose intercettazioni ambientali e telefoniche e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, oltre che di accertamenti documentali e bancari.
9 in carcere 5 ai domiciliari
Nell’operazione “Orso” sono stati sequestrati tre fabbricati a Palmi, uno a Roma e due società e arrestati Francesco Barbera, 37 anni; Antonino Cosentino, detto Nino, alias “Poldino” (53); Giuseppe Cosentino (61); Daniele De salvo (32); Domenico De Salvo (45); Carmelo Gallico (51); Domenico Gallico (56), già detenuto; Teresa Gallico (66), già detenuta; Giovanni Iannino (59).
Ai domiciliari sono stati posti Antonino Cosentino (30); Domenico Cosentino (28); Pasquale Gangemi (67); Santina Iannino (31); Vincenzo Parisi (48).
Irreperibile Emanuele Cosentino (28), latitante dal novembre 2013.