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Lady Matacena sceglie ancora il silenzio

  Tutto secondo le previsioni della vigilia: Chiara Rizzo rimane a bocca cucita anche nel secondo «invito a comparire» della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Parla, invece, passando all’attacco, la difesa di lady Matacena. L’avvocato Bonaventura Candido incrociando i cronisti all’uscita dell’ufficio del pm Giuseppe Lombardo spiega le ragioni nel fermo “no”: «Più che avvalersi della facoltà di non rispondere, la signora Chiara Rizzo ha contestato al pm il diritto ad interrogarla. Secondo noi non lo può fare. Almeno non più, essendo passata dalla posizione di indagata a quella di imputata». Una tesi che il penalista del Foro di Messina (l’altro difensore è l'avvocato Carlo Biondi di Genova) ha sintetizzato al pm, depositando nella stessa mattinata di ieri un’articolata eccezione al gip di Reggio, Olga Tarzia. Tre i punti nodali secondo i quali lady Matacena non debba sottoporsi ad interrogatorio: «La signora Rizzo è stata estradata per alcune ipotesi di reato ed il pm adesso ha modificato il capo di imputazione: quindi non può essere nuovamente interrogata. La signora Rizzo, essendo destinataria di una richiesta di giudizio immediato, è adesso imputata. Una posizione giuridica per la quale solo il giudice può fare richiesta di interrogatorio ed adesso non più il pubblico ministero. Terzo punto riguarda il periodo feriale dell’amministrazione della giustizia (scattato il primo agosto) nel quale è diritto dell’indagato (per esigenze cautelari) richiedere un interrogatorio e non una facoltà del pubblico ministero ». In questo caso se ne riparlerebbe il 16 settembre. Appare evidente che Procura e difesa stiano mettendo in campo le rispettive strategie. In ballo c’è l’imminente scadenza dei termini di custodia cautelare, fissata all’8 agosto. Almeno per Chiara Rizzo, che potrebbe guadagnare la completa libertà, abbandonando anche gli arresti domiciliari. Nell’istanza presentata al gip Olga Tarzia, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi rimarcano: «Si eccepisce sin da ora la doppia violazione del principio di specialità rispetto ai reati ed ai fatti come descritti nella richiesta di giudizio immediato e nella sua integrazione, nell’ipotesi in cui venisse emesso il decreto di giudizio immediato, così come si è già eccepito rispetto a quelli (differenti!) contestati nell'invito a presentarsi». Ed ancora, evidenzia la difesa: «Per quattro indagati su sei manchi il presupposto indefettibile rappresentato dall’essere gli stessi sottoposti a regime di custodia cautelare». I difensori di Chiara Rizzo non hanno dubbi «essendo evidente la indispensabilità di un giudizio unitario, con conseguente prevalenza del rito ordinario». La moglie di Amedeo Matacena ritornerà domani al palazzo di giustizia di Reggio Calabria. Per il 6 agosto è fissato davanti al Tribunale della libertà l’esame dei due ricorsi contro altrettante decisioni del gip che ha rigettato la richiesta di scarcerazione e di rinnovo del divieto di colloquio con i difensori per la durata di cinque giorni.

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