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Il Tribunale allunga di due mesi l’agonia dell’Atam

 Non ci sono le condizioni per depositare il piano di risanamento dell'Atam. Mancano i documenti e soprattutto manca la certificazione della Regione sui crediti dell'azienda. Per questo il Tribunale fallimentare ha accolto la richiesta di proroga per la presentazione del concordato in bianco avanzata dall'azienda rappresentata dal legale Giuseppe Mazzotta. Il piano adesso dovrà essere consegnato entro il prossimo 22 ottobre. Il tutto mentre resta sempre in piedi l'ipotesi del fallimento dell'azienda di trasporto pubblico locale in caso di mancata consegna del piano di pagamento dei debiti. La prima verifica del piano era fissata per il 24 settembre ma il tutto è stato rinviato a dopo il 22 ottobre. L'agonia si allunga, quindi, per l'Atam costretta ancora a inseguire la certificazione dei crediti da parte della Regione che ne aveva garantito in tempi brevi la consegna. In base alle prime informazioni che il cronista è riuscito a ottenere sembra che il debito regionale si attesti intorno ai 12 milioni di euro. Con questo documento l'azienda potrà formulare la proposta definitiva del concordato in bianco e chiarire i tempi e i modi dei pagamenti della massa debitoria. Sulle pendenze con la Regione era stato chiaro sin da subito, l’amministratore unico dell’azienda Antonino Gatto: «Questo è un passaggio preliminare indispensabile per conoscere su quante risorse noi possiamo contare e proprio preliminare perché altrimenti non c'è la possibilità di dare concretezza al piano di risanamento che abbiamo in mente di delineare ». Il Tribunale nel provvedimento che autorizza la proroga, dopo il deposito di un'istanza dettagliata sui motivi che non hanno consentito di depositare il tutto nei termini indicati a giugno scorso, ha concesso lo slittamento dei termini ma ha anche ricordato all'Atam di chiudere presto la partita. Già nel precedente provvedimento i giudici avevano chiesto che l'azienda «depositi in cancelleria una situazione finanziaria aggiornata, unitamente ad una relazione informativa ed esplicativa, redatta dal suo legale, sullo stato di predisposizione della proposta definitiva, nonché sulla gestione corrente, anche finanziaria ». Il problema è comunque serio, perchè l'Atam è di fatto un'azienda bloccata che non può procedere ad adottare atti di straordinaria amministrazione «se non previa autorizzazione del tribunale e solo se siano documentati e motivati adeguatamente i caratteri di urgenza ed utilità». Tutto questo mentre la vertenza dei lavoratori continua a rimanere “calda” e con i servizi che latitano. In tal senso torna di estrema attualità la denuncia dei giorni scorsi delle rsa dell’azienda: «L’indifferenza delle istituzioni in merito alla proposta avanzata dall’a m m i n i s t r a t ore Antonino Gatto di un’azione sinergica per sanare la situazione economico-finanziaria dell’azienda e avviare conseguentemente un processo di sviluppo, ha confermato l’immobilismo persistente. A causa della mancanza di liquidità l’Atam non solo non garantisce la puntualità delle retribuzioni, ma non è in grado di erogare il servizio, oltre il 50% dei mezzi aziendali è fermo, sia per la vetustà dei bus che per l’inadeguata manutenzione. Anche se va riconosciuto che l’attuale situazione è frutto di inadeguate scelte aziendali che nel corso degli anni si sono dimostrate fallimentari ». Un chiaro monito alla politica che dovrebbe battere un “colpo” su questa vertenza che va avanti da troppo tempo senza trovare risposte. Purtroppo in città si vive solo di rinvii.

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