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Rosy Canale
invia lettera
a Cafiero de Raho

La fondatrice dell’associazione antimafia «Movimento donne di San Luca», Rosy Canale, arrestata il 12 dicembre scorso nell’ambito dell’operazione chiamata "Inganno", ha scritto una lettera al Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, per ribadire la sua estraneità dei fatti e per chiedere come mai  l’inchiesta che la riguarda è stata condotta dalla Dda «quando invece i reati non attengono a vicende di mafia». Canale è stata rinviata a giudizio il 27 giugno scorso ed il processo nei suoi confronti avrà inizio il 16 ottobre prossimo. «Lei era presente - afferma Canale nella lettera a de Raho - quella mattina alla conferenza stampa che dava notizia dei sei arresti, e nella quale veniva riservato particolare risalto alla mia persona, accusata pubblicamente di aver truffato e malversato somme destinate    all’associazione che presiedevo, il Movimento donne San Luca e della Locride, per spenderli ai soli fini personali. Fin dall’interrogatorio di garanzia smentivo con forza quelle accuse vergognose dichiarando che se fossero mai state provate mi sarei tolta la vita pubblicamente. Il 31 dicembre 2013 venivo scarcerata su ordine del Tdl e mi veniva imposto un obbligo di firma giornaliero». «Il 17 aprile 2014 - aggiunge - venivano chiuse le indagini, e di quelle accuse calunniose non vi era più alcuna traccia. Come può facilmente immaginare questa vicenda, che mi ha fatto conoscere l’altra faccia della medaglia della giustizia italiana, mi ha traumatizzato e deluso  profondamente. E da cittadina desidero delle risposte. Oggi desidero sapere se il 12 dicembre all’atto del mio arresto le prove documentali ci fossero o se soltanto sono state estrapolate delle parole-chiave da  intercettazioni personali per giustificare un arresto altrimenti immotivato, scandaloso e non degno di un paese civile. Desidero sapere perché sono stata arrestata in un’operazione targata Dda se non mi vengono contestati reati di mafia? Per un «economia di protocolli», cosi come ha dichiarato il Pm, o per esaltare di più la gogna mediatica? Perché continuo a firmare Procuratore? Chi gode di questa mia umiliazione? Quali prove schiaccianti mi inchiodano come colpevole? Sono due mesi che con il mio avvocato Francesco Calabrese chiediamo alla sua segreteria di incontrarla ma senza alcun esito». (ANSA).

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