Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Reggio, a Muti
laurea honoris causa

"Gli italiani hanno la cattiva abitudine di essere i maggiori denigratori di noi stessi. Se ho avuto delle difficoltà durante la mia carriera, sono state create da persone del nostro Paese". Il maestro Riccardo Muti non esita a ricordare "una cattiva abitudine tutta italiana" per invitare invece i giovani musicisti a "credere nella vostra forza e nelle vostre origini". L'occasione gli è fornita dalla cerimonia per la consegna della laurea honoris causa in "Programmazione e gestione dei servizi sociali d'area mediterranea" assegnatagli dall'Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria in occasione dell'inaugurazione dell'anno Accademico 2014-2015. Muti, avvicinato dai giornalisti al termine della cerimonia, ha invece tagliato corto sulla situazione dell'Opera di Roma: "Con l'Opera di Roma non c'entro niente. Siamo qui per parlare della Calabria, terra meravigliosa e piena di talenti". Nel suo intervento introduttivo il rettore dell'Ateneo Salvatore Berlingò ha definito il maestro Muti "l'incanto della bellezza della musica, etimo in cui si condensano tutte le arti". Un riconoscimento assegnato, per avere, tra l'altro, "valorizzato anche le esperienze più neglette e periferiche" nate in Calabria. "Un'azione - ha detto ancora Berlingò - che motiva e ci corrobora negli obiettivi della nostra azione, comunicatore delle eccellenze artistiche, del made in Italy nel mondo". Dopo la laudario tenuta dai professori Carlo Gelosi ed Eduardo Lamberti Castronuovo, Muti ha esordito scherzando nel suo intervento. "Non ho nessuna lectio magistralis da fare - ha detto - anche perché non ho nulla da insegnare. Io sono un 'ciuccio' - ha aggiunto per rimarcare le sue origini meridionali -. Qui accanto a me ci sono illustri accademici che sono molto più bravi ed esperti di me. Ho molto rispetto della parola 'maestro', perché mi dà la possibilità di non abbassare la testa davanti a nessuno. Ho molto rispetto per i maestri veri, che sono il maestro calzolaio, i maestri artigiani, che con il loro lavoro onorano il nostro Paese". Muti si è definito un uomo del sud, cresciuto in una atmosfera severa. Quindi ha raccontato diversi aneddoti della sua lunga carriera: il suo incontro, nel 2000, con la regina Elisabetta II che andò a trovarlo fino al suo camerino e poi la sua chiamata alla Philarmonica di Vienna che qualche critico censurò scrivendo 'che ci fa un napoletano alla Philarmonica di Vienna?'. Parlando della sua esperienza a Chicago, dove dirige la Simphony Orchestra, Muti ha detto che "i giornali americani mi definiscono un italiano del sud". Berlingò, facendo riferimento all'antica formula medievale, ha quindi conferito al maestro Muti la laurea ad honorem dell'Università. La cerimonia si è conclusa con un concerto dedicato al maestro Muti da parte della Fanfara dei carabinieri e dalle esibizioni dei giovani musicisti delle bande della provincia di Reggio. Muti, al termine del concerto, su invito dei direttori che si sono succeduti, ha preso la bacchetta dirigendo Fanfara e orchestre nell'esecuzione dell'Inno di Mameli. In mattinata Muti aveva visitato, a Palmi, il mausoleo in onore di Francesco Cilea, deponendo un mazzo di fiori alla memoria del grande compositore calabrese.

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