"Questa sera abbiamo sciolto il Comune di San Ferdinando". Lo ha annunciato il ministro per gli affari regionali Carmela Lanzetta che, poco dopo il Consiglio dei ministri ha preso parte, a Palazzo Zuccari, a un convegno sulla corruzione. Il 14 ottobre ottobre scorso, il sindaco del Comune in provincia di Reggio Calabria era stato fermato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, di Domenico Madafferi, sindaco di San Ferdinando sino al 14 ottobre scorso, giorno in cui è stato fermato, ha riguardato presunte ingerenze delle cosche di 'ndrangheta dei Bellocco e dei Pesce nelle attività dell'Ente, oltre che sulle più disparate e minute attività economiche. Insieme a Madafferi sono stati fermati, con l'accusa di associazione mafiosa, il suo vice San to Celi ed un consigliere di minoranza, Giovanni Pantano, oltre a 23 tra presunti boss e affiliati. Celi è stato definito dai pm nel loro provvedimento "esponente della cosca Bellocco-Cimato ed a completa disposizione degli interessi della cosca", e Pantano "intraneo alla cosca Pesce-Pantano" e "contraltare" del vicesindaco per pareggiare il peso delle 'ndrine. Già dal giorno dei fermi, il prefetto di Reggio Calabria aveva inviato un commissario, il viceprefetto vicario Cosima Di Stani, per reggere le sorti dell'Ente. (ANSA) |
|
|
|