Una ’ndrina sotto assedio. «L’obiettivo» è Giuseppe Crea, rampollo della famiglia mafiosa di Rizziconi e “primula rossa” della Piana di Gioia Tauro. Al primo posto nella lista delle priorità della “catturandi” c’è proprio lui, il giovane capoclan che ha ereditato lo scettro del comando della cosca dal padre, il boss Teodoro Crea conosciuto da tutti come “u toru”. Per strapparlo alla latitanza, la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria sta stringendo in una morsa asfissiante l’intera cosca. Capi e gregari, fiancheggiatori e prestanome dei potenti di Rizziconi. Un’operazione di contrasto chirurgica tra sequestri beni, arresti e perquisizioni a ritmo continuo. Per centrare «l’obiettivo »: catturare il super latitante.
Il ricercato Classe 1978, Giuseppe Crea è latitante dal 2006. Da ormai otto anni non si hanno più sue notizie. Un fantasma per gli 007 della Squadra Mobile di Reggio che l’hanno posizionato nel mirino. Negli ultimi mesi la Polizia sta concentrando energie e sforzi per giungere alla cattura del giovane boss di Rizziconi. In questa ottica rientra l’assedio alla ’ndrina, mettendo il fiato sul collo alla cosca, al nucleo familiare, alla potenziale rete dei fiancheggiatori. Il monitoraggio non risparmia nemmeno un manipolo di insospettabili, gente dalla faccia pulita che potrebbe costituire la cortina protettiva del fuggiasco. Gli inquirenti non hanno dubbi: il latitante si rifugia nella Piana. Ancorati alle vecchie regole, il latitante ha scelto di correre il rischio maggiore rispetto alla possibilità di perdere potere nell’opera di mantenimento della leadership sulla “locale” di ‘ndrangheta che comanda. I blitz della “catturandi” nel triangolo Rizziconi, la cittadina roccaforte della presunta cosca di ’ndrangheta, Gioia Tauro e Taurianova sono ripetuti. E asfissianti.