Romeo Aiello aveva 53 anni e viveva a Genova. In Liguria faceva l’operaio e certamente non pensava di finire i suoi giorni in riva allo Stretto e per giunta in maniera drammatica. Romeo Aiello è morto, ieri mattina intorno alle ore 11.15, a Gallina in seguito a un colpo alla nuca presumibilmente riportato durante una colluttazione all’interno di una casa sita a pochi metri dalla chiesa, nel cuore della frazione residenziale, abbarbicata sulle colline alla periferia Sud di Reggio Calabria. Non appena scattato l’allarme, sulla scena del crimine, oltre ai sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, sono arrivati i Carabinieri della Stazione di Gallina e i militari della Compagnia di Reggio Calabria. Con loro anche il sostituto procuratore Giovanni Calamita, il quale ha preso in mano le redini delle indagini con cui i carabinieri stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti che sono costati la vita all’operaio. «Che disgrazia! Che destino! Povera donna. Qui a Gallina, per fortuna, non siamo abituati a tragedie simili», affermava un’anziana signora avvicinatasi con cautela al luogo dell’omicidio per capire meglio cosa fosse accaduto. E si allontanava mormorando: «La verità è che ormai, al giorno d’oggi, non c’è più la famiglia». In apparenza, tutto lascerebbe credere che gli inquirenti siano di fronte a un caso di facile lettura e di semplice soluzione con la morte dell’operaio che sarebbe “maturata” al culmine di un litigio con la donna con cui viveva, un’esplosione d’ira che avrebbe trasformato la donna – D.Z. una quarantatreenne, madre di due figli, originaria di Gallina che da tempo viveva a Genova e che era rientrata nella sua terra d’origine da appena una decina di giorni, pare con l’intenzione di fermarsi per sempre – in una potenziale assassina. Ma ciò, solo in apparenza. Perché, come al solito, anche a Gallina la realtà è molto più sfaccettata e complessa di come può apparire di primo acchito. E anche quella che può sembrare una “normale” tragedia familiare, potrebbe nascondere, invece, tra le sue pieghe qualche inconfessabile segreto e trasformare anche questa storia in un classico giallo. Un rompicapo che gli investigatori sono chiamati a risolvere mettendo a posto tutti gli incastri e facendo luce su ogni possibile cono d’ombra. L’unica certezza, dalla quale muovono le indagini, è la ferita alla nuca che ha causato la morte dell’Aiello. A causarla sarà stato un oggetto contundente che, però, non è stato trovato. E se si tratta di un omicidio preterintenzionale, perché l’arma del delitto non si trova? E ancora: chi ha inferto il colpo fatale alla nuca dell’operaio? La donna o l’uomo – pare che si tratti di uno zio della donna – che in quel momento si trovava in casa della coppia? Sembra, infatti, che in quella casa fosse in corso una specie di chiarimento e che poi sia degenerato nell’esplosione di violenza. I Carabinieri hanno messo sotto torchio la donna cercando di ottenere più informazioni possibili. E sono stati interrogati fino a notte fonda anche altri parenti della donna per capire meglio il contesto in cui l’omicidio sarebbe maturato. Gli investigatori dei Carabinieri sono sicuri di essere sulla pista giusta e di essere molto vicini alla soluzione del caso, il pm, invece, va avanti con i piedi di piombo cercando solide prove prima di tirare le somme e dichiarare che il caso è definitivamente chiuso.