Revocata la confisca di Villa Vecchia di Monte Porzio Catone. È giunta, così, all’epilogo l’odissea giudiziaria della splendida costruzione risalente al XVI secolo, che custodiva tesori di inestimabile valore come un Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo. La Villa, trasformata in un lussuoso complesso alberghiero, era finita nel gorgo dell’operazione “Maestro”, nata dall’indagine sulle attività della cosca Molè di Gioia Tauro. Era stata prima sequestrata e poi confiscata, in quanto ritenuta nella disponibilità del sodalizio di ’ndrangheta smantellato sotto i colpi di maglio delle inchieste della Dda. Adesso è arrivato il... colpo di scena: confisca revocata su iniziativa di una banca che vantava un'ipoteca sull’immobile, per la somma di 41 miliardi e 250 milioni di ex lire, concessa a suo tempo dalla Fondazione che ne aveva la proprietà, in seguito alla stipula di un contratto di mutuo fondiario con la Cariplo. Su iniziativa degli avvocati Aldo Crapanzano e Lucia De Benedetto, è stata riconosciuta la titolarità del titolo in capo a Intesa Sanpaolo Spa, che ha assorbito la Cariplo, e il gup Antonio Scortecci ha disposto la revoca della confisca. Al sequestro prima e alla confisca dopo si era giunti perché, secondo la Dda, la villa era finita nella disponibilità della cosca Molè, attraverso l'imprenditore Cosimo Virgiglio con la Cargoservice (società di import-export attiva nel Porto di Gioia) poi divenuta Virgilio Receptivity. Virgiglio era entrato nella gestione interna con la stipula di diversi contratti con Angelo Boccardelli (braccio destro del conte Giacomo Maria Ugolini che aveva costituito la Fondazione) e con l'estromissione violenta di Andrea Ruggeri e altri soggetti che gestivano con società la ristorazione e la ricezione turistica. Su provvedimento del gip Domenico Santoro, il 19 dicembre 2009, era scattato il sequestro preventivo. In sede giudiziaria era emerso che la cosca aveva nel mirino l'acquisto di Villa Vecchia per il tramite di Virgiglio, oggi collaboratore di giustizia. Lo stesso, attraverso le sue società, aveva concluso l’acquisto per proprio conto in quanto Rocco Molè, reggente della cosca, era stato ucciso. La notizia dell'eliminazione del boss aveva raggiunto Virgiglio mentre si recava a contrattare l’acquisto per conto della cosca. Anziché desistere, l'imprenditore aveva manifestando un proprio interesse all’acquisto poi non portato a termine in via definitiva per l'iniziativa della Dda. Per la cosca e per Virgiglio era rimasto il desiderio di mettere le mani sul prestigioso immobile, una delle 12 ville realizzate dalla nobiltà papale nel XVI secolo nel territorio di Frascati.