Una nota telegrafica per annunciare i disservizi. «Per motivi tecnici l’Atam oggi non potrà effettuare i servizi di trasporto pubblico. Atam consapevole del disagio che arrecherà ai propri utenti, si scusa anticipatamente per il disservizio causato». Ma dietro a queste poche righe c’è una gara andata deserta e i mezzi fermi per mancanza di copertura assicurativa. Nessuna agenzia è disposta ad assicurare il parco mezzi dell’Atam. È come se ci fosse una tacita decisione condivisa di non rispondere ai tanti inviti rivolti alle diverse compagnie a partecipare alle gare, nonostante la normativa preveda espressamente l’obbligo alla trattativa. Le assicurazioni degli autobus sono scadute il 31 dicembre, passati i 15 giorni della copertura, mezzi fermi. E non si sa ancora per quanto, visto che c’è il week end di mezzo. Uno stop che l’amministratore unico dell’Azienda, Antonino Gatto ha cercato di scongiurare, ma senza ottenere risultati utili. Fino a ieri sera ha bussato alle porte della Prefettura, sperando che l’intervento dell’Ufficio territoriale del governo potesse in qualche modo risolvere la situazione. È stato anche a Palazzo San Giorgio per sensibilizzare l’amministrazione e cercare insieme un intervento capace di evitare questo blocco dei servizi. Ma la soluzione non è arrivata. Neanche il tentativo di assicurare, alcuni bus per garantire i servizi essenziali, almeno gli scuolabus e i collegamenti con l’ospedale è andato a buon fine. Tutto fermo. Oggi la città potrà toccare con mano quanto indispensabile sia il servizio dell’Atam. Forse potrà maturare tra i reggini la consapevolezza rispetto all’importanza dell’Azienda per il normale svolgersi della vita della comunità. Un blocco dei servizi che ferisce l’azienda in uno dei momenti di maggiore vulnerabilità della sua storia. Uno stop che denuncia al tempo stesso il percorso a ostacoli che l’Azienda sta compiendo per garantire ogni giorno il servizio. Un operazione complessa in cui ciascuno per il suo ruolo cerca di fare di tutto per dare un futuro, una prospettiva ancora credibile alla società di trasporto di proprietà del Comune, l’unica uscita “indenne” dalla relazione della commissione d’accesso. La società finita sull’orlo del baratro del default, continua a guardare avanti, sperando di potersi salvare. In questa direzione si muovono gli sforzi compiuti dai lavoratori che dando prova di responsabilità e senso attaccamento ai colori aziendali hanno accettato il contratto di solidarietà, l’impegno dei vertici aziendali che stanno lottando per riuscire ad arrivare al 18 febbraio, data della prossima udienza davanti al tribunale fallimentare con “tutti i compiti” eseguiti, come richiesto dalla Procura. Quindi certificazione dei crediti pregressi da parte della Regione, (operazione andata a buon fine) ricapitalizzazione da parte del Comune, l’accordo con i creditori. Una battaglia combattuta con tenacia e determinazione in cui la città oggi incassa una sconfitta.