"Gli interventi in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario confermano e rafforzano la convinzione che ormai la 'ndrangheta è fenomeno nazionale, si alimenta di un uso distorto del capitale finanziario, allarga in modo impressionante i confini della propria azione e dei propri interessi, diventa globale nella gestione degli affari e dei traffici". E' quanto affermano, in una nota congiunta, i segretari generali della Cgil di Reggio-Locri, Mimma Pacifici, e di Gioia Tauro, Nino Costantino. "Ma se tutto ciò è vero ed anzi trova conferma oggettiva ed unanime - proseguono Pacifici e Costantino - è ancora più vero, come ha affermato il Procuratore di Reggio Federico Cafiero De Raho, che la ndrangheta, nella sua forma di struttura unitaria, ha nella provincia di Reggio il motore di ogni iniziativa criminale e di malaffare e la testa pensante di ogni proiezione nazionale e internazionale. Le cosche che operano nella provincia di Reggio hanno acquistato una loro forza ed anche un "prestigio" internazionale grazie alla loro capacità di investire capitali e avere autonomamente rapporti nel mercato della cocaina. Del resto, ciò è anche dovuto al fatto che a Gioia Tauro si trova il più grande porto di transhpment del Mediterraneo verso cui la 'ndrangheta ha sempre prestato attenzione utilizzandolo per i loro affari illeciti. Questa è l'attività principale della ndrangheta". "Dalla cocaina - proseguono Pacifici e Costantino - nascono i capitali necessari per controllare l'economia, diventando impresa e, infine, capitale finanziario. Per questo ha ragione Cafiero de Raho quando afferma che 'la struttura militare della 'ndrangheta è servente rispetto a quella economico - imprenditoriale 'fatta non solo di imprenditori collusi, ma anche di commercialisti, avvocati, professionisti, che la sostengono, l'agevolano, la consigliano'. Cioè, aggiungiamo noi, quella cosiddetta borghesia mafiosa che è radicata nel territorio e che rappresenta uno degli strumenti più perversi attraverso cui si rafforza la 'ndrangheta". "Raccogliamo, dunque, anche l'appello di Cafiero de Raho - concludono Pacifici e Costantino - quando sottolinea che pochi hanno il coraggio di denunciare e tanti invece preferiscono essere schiavi di questo sistema criminale. Anche per questo torniamo a chiedere al Governo ed in particolare al ministro Alfano che in più occasioni lo aveva promesso, il rafforzamento degli organici in tutte le Procure della provincia e calabresi, una maggiore dotazione di uomini e tecnologie per affrontare con più forza la battaglia contro la 'ndrangheta che rischia di soffocare la già debole economia pulita calabrese e di intere aree del Nord".