Reggio

Martedì 30 Aprile 2024

Atam, lavoratori sul piede di guerra

 La collaborazione che ha tenuto assieme i lavoratori e l’azienda nella fase più delicata della vertenza scricchiola. Troppe ad avviso delle rappresentanze sindacali aziendali della Filt-Cgil (Pasquale Foti), Fit-Cisl (Bruno Caridi) e Uiltrasporti (Francesco Gangemi) le scelte non condivisibili adottate dall’azienda. Certo ad alimentare le tensioni in casa Atam ci sono le due mensilità di stipendio arretrato, ma c’è una visione di fondo che porta i rappresentanti sindacali a scrivere all’amministratore, al sindaco, all’assessore regionale e al prefetto per «chiedere un incontro urgente». Una richiesta accompagnata dall’annuncio «che intendono aperte le procedure di raffreddamento previste dalla legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali». Sul nodo degli stipendi le rsa chiedono all’azienda «che fornisca assicurazioni che tutti gli adempimenti necessari per ottenere dagli enti pubblici i finanziamenti siano state espletate». In questa direzione si muove l’incontro dell’amministratore, Antonino Gatto con l’assessore regionale ai Trasporti Nino De Gaetano. Incontro in cui è stata ribadita: la necessità che venga predisposta con urgenza l’erogazione delle mensilità ai dipendenti e che analoghe difficoltà l’azienda incontra nel far fronte agli impegni con i fornitori e con gli istituti previdenziali. Sul punto e sui temi del finanziamento del sistema del trasporto, ampia disponibilità è stata espressa dall’assessore De Gaetano, che ha indetto un prossimo incontro con la presenza dei sindacati regionali di categoria dei lavoratori. Ma perché l’Azienda si allontani dal baratro c’è bisogno che funzioni. E i lavoratori lamentano «scarsa attenzione verso l’esercizio e verso gli utenti. Sono tante le lagnanze rispetto alle corse soppresse alla frequenza dei bus. Nella fase di risanamento i vertici si sono occupati tanto della parte amministrativa, ma poco di organizzazione delle officine, di logistica, deposito e controllo rete d’esercizio. Il core business dell’azienda è il tpl (trasporto pubblico locale)». Un esempio? «Gli autisti sono sotto organico, l’azienda aveva pensato di riqualificare il personale ma ad oggi non l’ha fatto. Finora siamo stati pazienti, ma se non si punta sulla qualità del servizio e sulla quantità di corsa siamo fuori strada. Non possiamo permetterci di perdere utenti. I numeri di gennaio hanno visto un calo vistoso rispetto agli altri anni. In alcuni casi su alcune linee come quelle dell’università quasi 20%. Interventi da adottare nel piano industriale, strumento che ci consentirebbe di aggiustare il tiro e tornare di nuovo credibili presso gli utenti. Ma del piano industriale non abbiamo traccia. Ormai si parla solo di risanamento, non di riorganizzazione». Una serie di indicazioni che «vogliono essere solo uno stimolo in più per l’azienda, il Tribunale ci ha concesso 4 mesi anche per capire in che direzione si muove l’azienda. Utilizziamoli puntando al tpl»

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