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Sogas, scoppia il caso delle indennità sospette

 Ventuno dipendenti di Sogas nel mirino per alcune indennità sospette ottenute per le attività di “maneggio denaro”. Ovvero di gestione di parte dei soldi incassati per i servizi resi dalla società di gestione dell’aeroporto. Il presidente dimissionario del Cda ha inviato una lettera con la quale si ricorda che quelle somme sono da considerarsi illegittimamente erogate. Porcino conferma la notizia e spiega la natura del provvedimento: «Occorre innanzitutto ricordare che anche se io mi sono dimesso queste attività rientrano nella gestione straordinaria dell’azienda e le lettere sono partite per tutelare l’azienda da un’eventuale indagine da parte della Corte dei Conti per danno erariale. Sogas, infatti, così come per i premi di produzione non poteva erogare nulla in quanto non esiste il contratto integrativo. È vero, c’è un decreto ingiuntivo per i primi di produzione ma è solo per una persona e non per tutti». Porcino analizza in dettaglio la situazione che si è venuta a creare e lancia critiche alla Cgil che proprio ieri aveva criticato l’azione di blocco del premio di produzione: «La Cgil non dice tutto. La vicenda del maneggio denaro è un danno che la Cgil vuole volutamente nascondere. Non ce l’ho con i lavoratori che hanno ricevuto le indennità ma le lettere sono un atto dovuto perché così vengono interrotti i termini di prescrizione per un’eventuale azione di responsabilità. Noi abbiamo fornito tutte le carte alla Guardia di Finanza che da tempo ha acceso i fari anche sulla situazione delle spese elargite al personale e su tutte le gestioni della Sogas». Dal canto suo la Filt Cgil ha già chiarito quale potrebbero essere gli sviluppi del caso: «Si dovrebbe intraprendere un'azione giudiziaria nei confronti degli amministratori che avrebbero illegittimamente pagato l'indennità e non già rivolgere la richiesta di restituzione ai dipendenti che, in perfetta buona fede, l'hanno ricevuta». Continua dunque lo scontro tra il presidente dimissionario della Sogas e la Cgil. Intanto sempre Porcino, in relazione alla possibilità che resti in sella alla guida di Sogas nel caso in cui l’assemblea dei soci convocata per il prossimo 9 marzo dovesse respingere le sue dimissioni precisa: «Io qui non resto. Potrei rimanere solo se ci sarà una “pulizia generale”. Altrimenti vado a casa e nel caso in cui i soci respingeranno le mie dimissioni già protocollate le ripresenterei subito. Qui alla Sogas c’è un clima di illegalità diffusa. Io potrei concedere il tempo ai soci di trovare un altro presidente del cda ma io fin quando sono qui posso gestire in via ordinaria la società». Porcino quindi sembra chiudere la possibilità di rimanere al timone di Sogas a meno che non ci sia un cambio di passo radicale. Ma c’è anche un’altra questione che blocca tutto. «Il 27 marzo ci scade il nuovo ultimatum dell’Enac di fornire le spiegazioni e i chiarimenti in merito alla concessione trentennale dello scalo. «I tempi stringono veramente, non credo si riuscirà a fornire a Enac tutto quanto richiesto in merito alla concessione ma non è tutto perduto. Si potrà chiedere uno slittamento per consentire alla società di gestione di sanare il tutto e presentare a Roma i chiarimenti. Enac non ha, infatti, interesse ad accelerare sulla procedura di decadenza della Sogas anche perché dovrebbe subito intervenire materialmente per far proseguire l’attività dell’aeroporto».

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