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Delitto Arimare, preso latitante

 Era svanito nel nulla da un anno e mezzo. Dal 2 settembre 2013 quando Francesco Luppino, 36 anni, originario di Gioia Tauro e residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte, aveva ucciso –in concorso con altre persone già arrestate nell’immediatezza del delitto un allevatore, Giuseppe Arimare, e ferito il genero, Bernardo Princi. Una giornata di sangue e follia per una storia banale, il furto di un vitello, vissuta nel cuore dell’Aspromonte tirrenico, all’ingresso del ristorante “Donna Yolanda” di proprietà della vittima. La latitanza del giovane è stata stroncata ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio, che l’hanno scovato in un appartamento della frazione Catona, periferia nord della città al confine con Villa San Giovanni. Con lui altre cinque persone, parenti ed amici, arrestati per favoreggiamento.

Il blitz  La “catturandi” dell’Arma l’aveva posizionato tra gli obiettivi. Tra i latitanti da catturare. I segugi della Compagnia di Palmi avevano puntato la rete dei fiancheggiatori. Familiari e amici, tutta gente fidata. La svolta venerdì notte, quando una delle autovetture solitamente utilizzata dalla rete di Francesco Luppino si fermava vicino all’abitazione sospetta. A bordo due uomini. Si stavano recando ad incontrare il ricercato. Scatta così il blitz dei carabinieri. L’appartamento sotto osservazione viene cinturato. Il primo gruppo entra in azione. All’interno c’era proprio lui, il latitante, il 36enne di Sant’Eufemia ritenuto l’autore di una folle sparatoria in cui perse la vita un allevatore e rimase ferita una seconda persona. In manette il latitante e i cinque presunti fiancheggiatori. Accusati di avere fornito «appoggio sia fisco che materiale» a Luppino. All’interno dell’abitazione c’erano Domenico Trimarchi, 24 anni, e Antonio Laurendi, 19 anni, entrambi parenti di Luppino; Mimma Corsaro Mimma, 41 anni, Rosy Curatola, 19 anni, Francesco Curatola, 56 anni, gli «utilizzatori dell’immobile» (in carcere solo Francesco Curatola; gli altri ai domiciliari). Anche armi nella disponibilità del gruppo. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrata una piccola “santabarbara” riconducibile a Francesco Curatola Francesco: un fucile sovrapposto calibro 12 privo di marca e matricola; 50 cartucce per fucile calibro 12; una pistola semiautomatica calibro 7.65 marca “Regina” con matricola abrasa munita di caricatore; 25 cartucce calibro 7.65; una carabina ad aria compressa marca “Gamo”.

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