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Il broker Domenico Trimboli nuovo collaboratore di giustizia

 Il presunto broker Domenico Trimboli, detto Pasquale, avrebbe deciso di collaborare con la giustizia. Il 61enne nato in Argentina, la cui famiglia è originaria di Natile di Careri, avrebbe iniziato a fare rivelazioni nei mesi scorsi e sarebbe entrato nel programma speciale di protezione proseguendo a raccontare quanto di sua conoscenza sul traffico di cocaina. Il presunto broker della ’ndrangheta è imputato nel processo “Chiosco grigio”, dal nome del locale di Alessandria nel quale alcuni dei 35 indagati si riunivano per disegnare strategie criminali. Ed è proprio durante un’udienza di quel procedimento che è emerso come il 61enne Trimboli avrebbe saltato il fosso e iniziato a collaborare con i magistrati antimafia, sia di Torino, sia di altri uffici territoriali che si occupano, in particolare, della lotta al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Trimboli, che sarebbe detto anche “U Crezia”, era ricercato nell’ambito dell’operazione antidroga “Chiosco grigio”, messa a segno nel 2009 dal Goa della Guardia di finanza di Catanzaro con il coordinamento della Dda reggina, in particolare del procuratore aggiunto Nicola Gratteri, contro un gruppo che era ritenuto capace di instaurare contatti con esponenti di spicco del traffico internazionale di droga sia in Sud America, sia in Medio Oriente. Nel giugno del 2013 Trimboli viene arrestato nel municipio di Caldas, nei pressi di Medellin, in Colombia, dal personale del Corpo Tecnico Investigativo (Cti) della Fiscalìa di Bucarananga e dall’Intelligence dell’Esercito colombiano su input della Dcsa, d’intesa con il Ros dei carabinieri e della squadra mobile di Alessandria. Secondo quanto emerso dalle attività investigative, Trimboli avrebbe costituito l’elemento di raccordo tra i gruppi fornitori colombiani e le cosche jonico-reggine della ’ndrangheta, funzionale al traffico di ingenti quantitativi di droga dal Sud America all’Europa. Da Oltreoceano, infatti, il latitante avrebbe continuato ad organizzare la spedizione di ingenti quantitativi di cocaina verso il mercato europeo ed italiano. Le presunte conoscenze di Trimboli, che viene estradato in Italia nel luglio 2014, a livello internazionale dei meccanismi che ruotano dietro al narcotraffico potrebbero rivelarsi fondamentali per le presenti e future indagini contro le consorterie dedite al mercato illegale degli stupefacenti, in particolare di quelle calabresi, che negli ultimi tempi avrebbero monopolizzato il settore, in particolare quello della cocaina. All’indomani del suo arresto ne era stato tracciato il profilo: «È un broker capace di fare arrivare carichi nell’ordine di 2/3 tonnellate per volta» avevano spiegato il procuratore capo di Reggio Cafiero De Raho e l’aggiunto Nicola Gratteri.

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