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Confermata condanna
Matacena ed ex
presidente Tar

La sede della Corte d'appello
La Corte d'appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna inflitta in primo grado all'ex deputato di Fi Amedeo Matacena, ora latitante a Dubai, e all'ex presidente del Tar di Reggio Calabria Luigi Passanisi, per corruzione in atti giudiziari. In primo grado, nel 2012, erano stati condannati, rispettivamente, a 4 anni ed a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Il pg Alberto Cianfarini aveva chiesto l'assoluzione per tutti gli otto imputati del procedimento denominato Mozart. 

In appello, dunque, ha trovato conferma la ricostruzione della Procura reggina, secondo la quale, nell'autunno 2005, Passanisi avrebbe accettato la promessa di ricevere 200 mila euro per favorire Matacena in alcuni ricorsi presentati contro i provvedimenti con i quali l'Ufficio Marittimo aveva respinto richieste avanzate dalla Amadeus Spa, società operante nel settore del trasporto marittimo di proprietà dell'ex parlamentare.
I giudici d'appello hanno dichiarato non doversi procedere per prescrizione in merito ad alcuni reati contestati agli altri imputati, rideterminando così la pena nei confronti della moglie di Passanisi, Graziella Barbagallo da un anno e otto mesi a un anno e 4 mesi, e confermando le altre condanne di primo grado nei confronti del factotum di Matacena Martino Politi e di Cesare Giglio, che avrebbe messo in contatto il gruppo Matacena con Passanisi (tre anni e sei mesi); di Gabriella Fedele e Giovanni Tedesco (otto mesi).
Assolto invece, per non avere commesso il fatto, l'ex amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione della Amadeus Giuseppe Pratticò.
Condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, Matacena è stato dichiarato latitante dopo essersi sottratto all'arresto e adesso vive a Dubai. La sua latitanza è finita al centro di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha portato a processo l'ex ministro dell'Interno ministro Claudio Scajola, la moglie di Matacena Chiara Rizzo e Politi. Il dibattimento nei loro confronti, accusati a vario titolo di avere aiutato Matacena a sottrarsi all'esecuzione della pena e di avere mascherato i suoi beni per evitarne il sequestro, è in corso di svolgimento davanti ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria. (ANSA)

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